Interventi della prof.ssa Rita Fanelli Marini, dell’arcivescovo Renato Boccardo, del sindaco Umberto de Augustinis e del prof. Bruno Toscano
(UMWEB) Spoleto. È stato presentato nel pomeriggio di giovedì 6 giugno 2019, presso il Salone dei Vescovi del Palazzo Arcivescovile di Spoleto, il libro “Un patrimonio ferito. La Valnerina” di Vittoria Garibaldi, figura apicale del Ministero per i Beni culturali, dal 1988 al 2011 si è impegnata per dare nuovo impulso alla Galleria Nazionale dell’Umbria, nel 1997 ha percorso in lungo l’Umbria e la Valnerina per salvaguardare il patrimonio artistico lesionato dal sisma di quell’anno. Stampato dalle Edizioni Orfini Numeister di Foligno, le fotografie sono di Bernardino Sperandio. Nelle 332 pagine sono stati raccolti i quarantotto articoli che la Garibaldi ha pubblicato sul Corriere dell’Umbria dal dicembre 2016 al dicembre 2017 relativi allo straordinario patrimonio artistico della Valnerina ferito dai terremoti del 2016. Ha moderato l’incontro il giornalista Rai Roberto Amen.
Nel saluto iniziale la prof.ssa Rita Fanelli Marini dell’Associazione Orfini Numeister, riprendendo quanto scritto nella prefazione del volume, ha sottolineato che «i luoghi della Valnerina potrebbero diventare assolutamente muti; da luoghi pulsanti di vita, di forza creativa, di volontà indomita nell’affrontare le tante difficoltà, stanno per diventare tristemente soltanto luoghi di visita. La nostra parte è di dare visibilità al patrimonio e intervenire per quanto possibile almeno per salvare il salvabile. Siamo certi che questa pubblicazione potrà avere un ruolo in questo impegno solo se sapremo procedere con fermezza e a fianco delle istituzioni».
L’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo ha avviato il suo saluto partendo dal luogo dell’incontro, il Salone dei Vescovi: «In questa stanza è raccolta molta storia di questa Chiesa diocesana e del suo territorio. Diversi dei miei predecessori qui raffigurati hanno celebrato in tante delle chiese ferite dal terremoto del 2016, diverse delle quali non ci sono più. E questa è una grave perdita per il nostro territorio, per la memoria collettiva del popolo. Ringrazio allora Vittoria Garibaldi che ha raccontato pezzo per pezzo le nostre chiese. Mi auguro che sia l’assaggio di quella ricostruzione che auspichiamo. Siamo consapevoli che non sarà facile, ma ci metteremo tutti il massimo dell’impegno. Questo libro che presentiamo – ha concluso il Presule - ci fa mantenere viva la responsabilità e ci ricorda che tutti possiamo e dobbiamo essere attori della ricostruzione».
Il sindaco di Spoleto Umberto de Augustinis, nel ringraziare la Garibaldi per questo contributo, ha sottolineato l’urgenza di velocizzare le pratiche. «Subito dopo il sisma – ha detto – è mancata una scelta politica seria e un progetto unitario su come affrontare la ricostruzione. E purtroppo, a quasi tre anni, ne paghiamo le conseguenze». E ha ricordato di come spesso gli incontri a Roma si risolvano con un nulla di fatto. Poi, il suo appello: «È urgente semplificare i procedimenti: non possiamo permetterci lo spopolamento dei nostri centri». Poi, nello specifico di Spoleto: «Come città vocata alla cultura non possiamo più prescindere di diversi monumenti chiusi». E ha citato il Chiostro di S. Nicolò, il Ponte delle Torri, la chiesa di S. Domenico.
«Il mio contributo – ha detto Vittoria Garibaldi – è di conoscenza del patrimonio storico-artistico della Valnerina, perché solo se conosciamo possiamo capire perché è fondamentale recuperare questi luoghi». Poi, la sua idea sulle opere d’arte mobili in attesa della ricostruzione delle chiese: «Sarebbe bello pensare a delle strutture moderne, che si inseriscano bene nel contesto della Valnerina, dove ospitare le opere d’arte restaurate e che al momento sono al deposito del Ministero dei Beni Culturali a Santo Chiodo di Spoleto».
Il prof. Bruno Toscano, docente emerito di Storia dell’Arte alla Sapienza di Roma, che ha curato il saggio introduttivo del libro, ha affermato con chiarezza che la Valnerina si risolleverà grazie alla sua forza endogena e non per merito di quella esogena. «Il riscatto di questo bellissimo e ricco territorio deve concretizzarsi tramite la forza interna delle comunità locali e non sulle promesse dello “zio politico” di turno. Anche perché la Valnerina è una zona politicamente non interessante. Sarà grazie alle piccole aziende familiari che questa parte dell’Umbria risorgerà. Oggi sono considerate di nicchia, ma se le diverse nicchie iniziano a funzionare bene prima o poi faranno notizia e qualcuno se ne accorgerà». Il prof. Toscano è sceso nel concreto e ha citato alcune di queste aziende familiari che lui visita spesso: «In genere sono composte da marito, moglie e due figli; questi ultimi nella maggioranza dei casi si laureano in agraria o in lingue (per poi vendere on line anche all’estero). I loro prodotti sono veramente di ottima qualità. E soprattutto non abbandonano il territorio».