(UNWEB) Perugia. Si è svolta nel tardo pomeriggio del 21 agosto l’inaugurazione del nuovo Oratorio di San Martino in Campo che, insieme a quello di San Martino in Colle (destinato anch’esso ad essere ristrutturato e rinnovato), è dedicato al seminarista Giampiero Morettini, scomparso cinque anni fa, proprio il 21 agosto per complicazioni sorte dopo un delicato intervento al cuore. Il cardinale Gualtiero Bassetti, prima della celebrazione eucaristica, ha visitato i locali della nuova struttura degli “Oratori riuniti Giampiero Morettini” insieme al vescovo ausiliare Marco Salvi e guidati dal parroco don Antonio Sabatini, ammirando ed esprimendo grande apprezzamento per la struttura.
L’Oratorio antidoto alla solitudine dei giovani.
Durante l’omelia, alla presenza della famiglia di Giampiero e di una grande folla, segno di una partecipazione convinta della comunità cristiana dell’Unità Pastorale dedicata alla Sacra Famiglia di Nazareth, il cardinale ha sintetizzato in due punti il senso dell’evento. Il primo ha riguardato il significato dell’Oratorio: «L’oratorio oggi con è più solamente qualcosa per il divertimento dei ragazzi – ha evidenziato Bassetti –, ma è una realtà coinvolgente tutta la parrocchia, dai più giovani ai più anziani, anche se i primi destinatari sono i nostri ragazzi, i giovani, le famiglie. L’oratorio è un luogo di formazione, dove ci si abitua a stare insieme. Oggi c’è una solitudine che – ha precisato – colpisce tutti, i giovani, ma anche i nostri ragazzi che li vediamo sempre ripiegati su quel telefonino o su altri mezzi, che sembra che aprano al mondo e che facciano comunicare con esso, ma che finiscono invece, sempre più spesso, per chiuderti in te stesso. Noi invece abbiamo bisogno di relazione e l’oratorio è questo strumento utile per le relazioni. La Provvidenza, i vostri sacrifici, ma soprattutto l’8xMille della Chiesa cattolica, vi ha donato questo Oratorio, questo strumento che è un mezzo efficace perché voi possiate concretamente arrivare a vivere la vita buona del Vangelo».
Un piccolo seme che accetta di morire consegnandosi per dare vita.
Il secondo punto del suo intervento il cardinale l’ha dedicato a Giampiero Morettini. Lo ha definito «un seme prezioso che il Signore ha preso e non l’ha fatto maturare fino alla spiga, perché io so bene che il suo desiderio era quello di diventare sacerdote. Ma il Signore aveva un altro progetto: che il seme morisse per potere dare vita. Giampiero ha lottato per superare le difficoltà di questo difficile intervento, ma quando s’è accorto qual era la volontà del Signore, si è consegnato. Ecco la grandezza di Giampiero: un piccolo seme che accetta di morire consegnandosi per dare vita. Esattamente oggi sono passati cinque anni dalla sua morte e vediamo che cosa sta maturando anche nella nostra Chiesa per la generosità di un giovane che ha dato tutto se stesso».
Un segno che Dio ci manda.
Il presule ha proseguito dicendo: «Quando il padre di Giampiero, qui presente, voleva tagliare un ciliegio che non portava più frutto, era brutto, tutto spaccato, Giampiero gli dice: “lascialo stare”. Questo ciliegio, l’ho visto con i miei occhi - altrimenti il vescovo non potrebbe raccontare questa esperienza -, l’ho visto fiorire più volte fuori stagione. Che cos’è questo? Un segno, certamente, che Dio ci manda e che ci fa capire, in fondo, il valore di una vita che si consegna totalmente a Dio. Io sono qui a ringraziare la Provvidenza per il dono grande di Giampiero alla nostra chiesa e anche per il dono di questo edificio che sta davanti a me che diventa una speranza, un sogno che si sono realizzati. Valorizzate quello che anche voi avete costruito per le vostre famiglie, per i vostri giovani, per i vostri figli».
Il taglio del nastro.
Al termine della celebrazione, prima della benedizione finale, ha preso la parola don Antonio Sabatini, con grande commozione, per ricordare Giampiero che in quell’Unità Pastorale svolse il suo servizio di seminarista, e per ringraziare le comunità parrocchiali per il cammino fatto insieme, non dimenticandosi di ricordare che il progetto degli oratori prevedeva la ristrutturazione dell’altro, quello del Colle. Finalmente prima del taglio del nastro è stata scoperta la grande immagine di Giampiero posta sopra l’ingresso dell’Oratorio e infine il cardinale, affiancato da don Sabatini e dal vescovo ausiliare Salvi, ha tagliato il nastro inaugurale e i convenuti hanno così potuto visitare la struttura e viverre il momento di convivialità organizzato per l’occasione».