La soddisfazione dell’Arcivescovo e della Conferenza episcopale italiana rappresentata da don Valerio Pennasso direttore ufficio Beni Culturali
(UNWEB) Vallo di Nera. Una solenne concelebrazione eucaristica, tantissimi fedeli, e soprattutto un’immensa commozione: sono questi i tre elementi che hanno caratterizzato la mattina di domenica 6 ottobre 2019 a Vallo di Nera, dove l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo ha riaperto al culto la bellissima chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta chiusa a seguito dei terremoti del 2016. È la seconda chiesa ad essere riaperta dopo i sismi di quasi tre anni fa: il 23 dicembre 2018 fu riaperta, infatti, la chiesa parrocchiale di Cerreto di Spoleto. Oltre 300, invece, sono in attesa.
La concelebrazione. Insieme a mons. Boccardo è giunto il cardinale Philippe Barbaraine, arcivescovo di Lione in Francia, che questa settimana si trova in Umbria. Con l’Arcivescovo e il Porporato hanno concelebrato: il parroco di Vallo di Nera don Sebastian Urumbil, il direttore dell’Ufficio per i Beni Culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto della Conferenza episcopale italiana don Valerio Pennasso, don Franco Coricelli e don Roberto Crisogianni che nel passato sono stati parroci di Vallo di Nera. Ha animato la corale parrocchiale. Presente il sindaco Agnese Benedetti e la soprintendente all’Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria Marica Mercalli, così come i progettisti e le maestranze che hanno lavorato al recupero della bella chiesa.
I restauri. Prima della Messa, sempre in chiesa, c’è stata una tavola rotonda per illustrare i lavori di consolidamento e restauro dell’edificio di culto (grazie ai soldi stanziati dal Governo, 320.066,31, nelle ordinanze 23 e 32 del 2017) e dell’affresco della “Processione dei Bianchi” finanziato dai Club Orobico di Brusaporto (BG), Scuderia Tazio Nuvolari (MN) e Ass. Martesana Mutur Classic Cernusco S.S. (MI). Per l’occasione è stato anche presentato il restauro di un altro dipinto presente nella chiesa, quello che incorniciava l’affresco della Madonna del latte posta al centro dell’altare dedicato alla Madonna del Carmine: è stato possibile grazie alla sensibilità e alla generosità della dott.ssa Rosa D’Amico di Bologna che ha finanziato il recupero. È stato, infine, presentato il libro “Il parolario di S. Francesco” di Alberto Melari per “Sicus edizioni”.
Mons. Boccardo ha definito questa celebrazione «una iniezione di fiducia e di speranza. Abbiamo bisogno di vedere che la ricostruzione procede e quando si ha l’occasione di restituire a una comunità un luogo significativo, come può essere la chiesa parrocchiale, questo permette di sperare e dire che ricostruire è possibile. In un tempo di delusione e di sfiducia come quello che si sta vivendo, è urgente trovare dei segni che dicano che nonostante tutto ritornare alla normalità dopo un terremoto è possibile. È un messaggio positivo che sicuramente farà del bene alla nostra gente».
Nel saluto finale il sindaco Agnese Benedetti ha ringraziato, a nome della comunità civile ed ecclesiale di Vallo di Nera, tutti i presenti: «Vedere riaperta la chiesa di Santa Maria in così breve tempo è commovente. Abbiamo seguito tutte le fasi con tanta passione. Vivere il terremoto è stato pesante, ma le persone si sono sentite protette da tanta solidarietà umana. Siamo una Chiesa in cammino, siamo una società civile in cammino dove ciascuno è chiamato a fare bene la sua parte, confidando sempre in quella provvidenza che è stata sempre presente in mezzo a noi».
Don Valerio Pennasso direttore dell’Ufficio per i Beni Culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto della Conferenza episcopale italiana: «La riapertura di questa chiesa è un bel segno. La gente che vive nel cratere del sisma che ha colpito l’Italia centrale nel 2016 attende con trepidazione che le chiese, oltre che naturalmente alle case, vengano ridonate e riaperte per potersi ritrovare e fare memoria della propria storia. Rendere di nuovo fruibile una chiesa vuol dire ridare speranza, ma soprattutto riattivare quella fede che porterà la gente a non abbandonare definitivamente queste terre. Speriamo – ha concluso don Pennasso - che la nuova ordinanza del Governo per la ricostruzione di oltre 600 chiese si possa attivare a breve».