web0191116 104219Incontro promosso da ‘Sovrapensiero” con il patrocinio della Provincia di Perugia
(UNWEB) – Fratta Todina, - Maternità e disabilità, un confronto complesso, intenso e doloroso, in cui è possibile però anche rintracciare percorsi di forza, speranza e inclusione che sono un messaggio fondamentale per l’intera società.


Questo il fulcro dell’incontro “Mamme e disabilità nella società. Quello che le madri non dicono” organizzato dall’Associazione di promozione sociale e culturale ‘Sovrapensiero’ con il Centro Speranza e tenutosi nella sede della struttura riabilitativa a Fratta Todina.
L’appuntamento è parte del più ampio progetto omonimo ideato ed attuato dall’Associazione Sovrapensiero, in collaborazione con la Consigliera di parità della Provincia di Perugia Gemma Bracco. Progetto che, attraverso iniziative ed incontri mette in risalto l’importanza della rete sociale per le famiglie con disabilità, ponendo specifica attenzione alla maternità e al suo delicato confronto con un figlio “speciale”.
“L’idea progettuale nasce proprio dall’esigenza di sapere di più su queste mamme “special” - ha spiegato Elena Capuccella, presidente di 'Sovrapensiero', che si è dedicata intensamente al progetto -. Mamme che non si arrendono davanti alle difficoltà quotidiane, mamme che lanciano campagne e idee per aiutare i propri figli. Mamme, a cui il progetto dell’Associazione, intende offrire ascolto e spazio d’espressione, sensibilizzando la società e veicolando una conoscenza profonda e non scontata delle opportunità reali che possono migliorarne la vita e l’operato”.
Il convegno, moderato da Donatella Binaglia, vicepresidente di ‘Sovrapensiero’, è stato un momento di riflessione e divulgazione che ha coinvolto esperti del settore e testimonianze dirette, offrendo una lettura articolata del rapporto tra maternità e disabilità, ma soprattutto condividendo spunti, soluzioni e strategie per supportare l’inclusione sociale.
"E' un bene parlare del fondamentale ruolo della donna all'interno di una famiglia dove è presente un disabile - ha detto nel suo intervento la Consigliera Bracco -. In questi casi per una mamma è importante non perdere mai la speranza e, soprattutto, non arrendersi difronte alle tante difficoltà che quotidianamente incontra. Queste mamme non vanno lasciate sole, ma debitamente supportate dalle Istituzioni e dalle associazioni presenti nel territorio".
Nel corso della mattinata di riflessione, alla quale hanno preso parte, tra gli altri, Madre Maria Grazia Biscotti, direttrice del Centro Speranza, Giuseppe Antonucci, presidente dell’Associazione onlus Madre Speranza, Gianluca Coata, sindaco di Fratta Todina, e Alessia Marta, assessora alle politiche sociali del Comune di Todi, i numerosi interventi di professori, psicologi, avvocati e testimoni diretti, hanno restituito le molteplici sfaccettature di una realtà che travalica l’amore materno scontrandosi spesso con la società, in una dialettica controversa di garanzie e punti deboli, bisogni e, talvolta, insensibilità.
Proprio sul ruolo della madre e sulla rilevanza del suo sentire si è focalizzato l’intervento di Bruna Grasselli, professoressa di Didattica e pedagogia speciale Università degli Studi di Roma Tre: “La cosa che mi ha sempre colpito nella mia esperienza di lavoro è lo iato tra quello che dicevano le madri e quello che dicevano gli psicologi, gli operatori e gli educatori. Esiste un gap tra questi due racconti, uno spazio, che la letteratura non coglie e in cui spesso risiede una ricchezza che non viene letta. Questa ricchezza è racchiusa proprio in quello che le mamme non dicono. Il ruolo della madre è fondamentale e rappresenta per gli operatori, per gli insegnanti e per l’intera società una guida autentica alla comprensione profonda della persona fragile che abbiamo di fronte”.
Ad approfondire l’aspetto psicologico del ruolo materno nella relazione con la disabilità anche Daniele Minelli e Roberta Mascioni, psicologi del Centro Psicologia AST-CSMG di Gubbio, che hanno affrontato il tema dell'accettazione e la relazione con la società, partendo da una lettera presa dal sito dell'ospedale pediatrico Bambino Gesù, la storia di Giacomo, raccontata dalla mamma.
Il delicato tema degli strumenti per garantire, anche in una prospettiva futura, la sicurezza economica del figlio disabile è stato affrontato dall’avvocato Emma Contarini, che ha parlato di “Luci e ombre del diritto di famiglia per la tutela del minore disabile” e da Massimo Giommini, dottore commercialista e revisore legale, che ha evidenziato la necessità di sensibilizzare le famiglie invitandole ad appoggiarsi ad un team.
La seconda parte della mattinata è stata dedicata alle testimonianze dirette delle mamme e delle associazioni che lavorano a stretto contatto con loro. Tra gli interventi in programma particolarmente significativo è stato quello di Sara Papa, mamma di Azzurra, che ha parlato delle Sfide quotidiane di una vita da mamma in versione special, ponendo l’accento anche sulla mancanza di un’adeguata assistenza psicologica che supporti le madri al momento in cui viene comunicata loro la diagnosi di disabilità del figlio.
A seguire anche gli interventi di Donatella Binaglia (Mamma di Anna) intervenuta sulla relazione tra “l’ascolto della disabilità e l’ascolto di se stessi”. Sul versante dell’associazionismo hanno invece partecipato alla discussione Gianluca Maggesi Presidente FIADDA Umbria, Claudia Piccionne e Antonella Romansi rispettivamente Coordinatrice della Comunità per Mamme e bambini Controvento e Psicologa della Comunità.
A chiudere l’incontro Raffaele Goretti Presidente dell’Osservatorio regionale sulla condizione delle persone con disabilità che ha illustrato lo scenario della disabilità in Umbria, definendo le prospettive d’inclusione sociale tra pari opportunità e diritti di cittadinanza.


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