troteEntro giugno gli esemplari saranno immessi anche nei corsi d'acqua di Teramo e di Ascoli Piceno
(ASI) Cerreto di Spoleto - Con l'immissione delle prime duemila trotelle fario , del milione e mezzo disponibili, è iniziata la campagna di ripopolamento dei fiumi della regione e di quelli di altri territorio dell'Italia centrale a cura del centro d'allevamento di Borgo Cerreto della Provincia di Perugia di questa specie autoctona di trota, sempre più rara e anche per questo particolarmente pregiata.

La prima immissione ha riguardato i fiumi Nera, Corno e Vigi in Valnerina, ma le operazioni che andranno avanti fino a giugno per poi riprendere a settembre e toccheranno oltre ai corsi d'acqua della provincia di Perugia anche quelli del teramano che ha fatto richiesta di centomila esemplari e dell'ascolano che ne riceverà 20mila. Le Province fuori regione pagheranno il servizio. Un introito per le casse della Provincia che si aggira intorno ai 15-20mila euro l'anno. Un autentico fiore all'occhiello dell'ente perugino essendo la Provincia di Perugia l'unica in Italia ad essere proprietaria di due Centri Ittiogenici pubblici utilizzati per la produzione di varie specie ittiche d'acqua dolce da ripopolamento. E se l'impianto di Borgo Cerreto è specializzato nella produzione di trote fario, quello di Sant'Arcangelo sul lago Trasimeno alleva lucci, carpe e tinche che anche in questo caso ripopolano le acque dell'intera provincia di Perugia. L'impianto di Borgo Cerreto è molto antico. Di proprietà privata è stato acquistato nel 1962 dalla Provincia di Perugia con l'obiettivo di produrre in proprio il materiale ittico per ripopolare le acque di propria competenza di trote. L'impianto sorge alla confluenza del torrente Tissino con il fiiume Nera ed è alimentato da acque sorgive che affiorano all'interno dell'impianto stesso. Proprio le caratteristiche delle acque che lo alimentano (batteriologicamente pure, ad una temperatura costante di circa 12 °C ed esenti da qualsiasi fenomeno di inquinamento od intorbidimento) e le non rilevanti dimensioni, rendono questo impianto particolarmente adatto ad una produzione caratterizzata da un elevato livello qualitativo. Fra le numerose troticolture della Valnerina è l'unica ad essere specializzata nell'allevamento, a ciclo completo, di trote fario da ripopolamento. All'interno dell'impianto viene infatti mantenuto in permanenza uno stock di riproduttori, opportunamente selezionato e periodicamente rinnovato, con i quali, nei mesi di dicembre e gennaio, vengono prodotte le uova. Queste sono ottenute applicando la tecnica di fecondazione artificiale a secco, che garantisce i migliori risultati, intesi come percentuale di fecondazione. Le uova fecondate vengono trasferite in apposite vasche nell'incubatoio. Dopo circa trentacinque giorni dalla fecondazione avviene la schiusa ed in altri trenta il riassorbimento del sacco vitellino da parte degli avannotti. A questo stadio inizia la somministrazione di alimento artificiale e dopo circa un mese le trotelle sono trasferite in vasche esterne in cemento, opportunamente ombreggiate, in cui prosegue l'accrescimento fino ad una età di circa sei mesi e sei centimetri di lunghezza. A questa taglia, nel mese di maggio, avviene una prima "semina" nei fiumi di tali trotelle che, una volta immesse in ambiente naturale, in breve tempo si adattano alle nuove condizioni di vita con ottime percentuali di sopravvivenza. Parte delle trotelle viene invece trattenuta all'interno dell'impianto e trasferite in vasche più grandi, ove raggiungono in circa due anni la lunghezza di 25-26 centimetri. A questa taglia vengono utilizzate per immissioni effettuate in prossimità dell'apertura della pesca alla trota, per incrementare la pescosità dei fiumi. Un piccola parte infine, dopo una accurata selezione, all'età di tre anni raggiunge la maturità sessuale ed entra a far parte dello stock dei riproduttori. E' molto importante sottolineare che il ceppo di trota fario allevato presso l'Impianto ittiogenico di Borgo Cerreto, pur non possedendo caratteristiche di purezza genetica che possano farlo attribuire con certezza al ceppo mediterraneo, ha dimostrato di avere una spiccata rusticità ed adattabilità, grazie anche alle tecniche di allevamento a bassa densità adottate. Questa rusticità elevata consente alle fario di Borgo Cerreto un perfetto adattamento all'ambiente naturale non solo del novellame, ma, al contrario di quanto si pensa abitualmente, anche di soggetti di taglia adulta, confermato dalla riproduzione senza problemi del materiale ittico immesso.

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