ATVSMA(UNWEB) Assisi. "Continuano a pervenire segnalazioni da parte di alcuni cittadini che spesso ricevono delle mail o dei messaggi al computer da parte di soggetti che, spacciandosi per poliziotti, avvisano il destinatario di un provvedimento di sequestro informatico e indagato per diversi reati in materia di pornografia minorile, pedofilia, traffico sessuale. Purtroppo, si tratta di abili e convincenti truffatori che, sfruttando la paura delle vittime, riescono ad estorcere centinaia di euro.

È quanto accaduto qualche giorno fa ad un uomo di Assisi, classe 1967, che si è visto recapitare una sospetta mail da parte di un presunto Sostituto Commissario della Polizia di Stato, dipendente del "Dipartimento di Polizia Postale e delle Comunicazioni".

La mail, dal contenuto impreciso e poco chiaro, informava il 55enne di aver commesso un reato nel momento in cui aveva visualizzato un sito riportante immagini pedopornografiche. La mail proseguiva intimando l'uomo a inviare una mail con le proprie giustificazioni entro 72 ore per valutare le sanzioni da applicare, altrimenti, il sedicente ufficiale avrebbe inviato la denuncia all'Autorità Giudiziaria per provvedere al suo immediato arresto.

La mail terminava con la minaccia che, qualora il 55enne non avesse risposto entro i termini indicati, si sarebbe proceduto alla pubblicazione del fascicolo giudiziario sulle principali testate giornalistiche e alle "associazioni per la lotta alla pedofilia", registrando il suo nome come molestatore sessuale in tutte le "amministrazioni europee e nel "Registro Nazionale dei Reati Sessuali", informando inoltre la sua famiglia.

L'uomo, insospettito e spaventato dall'accaduto, ha deciso di chiedere aiuto alla Polizia di Stato presentandosi al Commissariato di Assisi per sporgere querela. I poliziotti si sono immediatamente accorti che si trattava di un tentativo di truffa.

Gli agenti hanno chiarito al 55enne che la Polizia di Stato e i suoi appartenenti non inviano mail per comunicare al destinatario di essere indagato, né chiedono risposte o giustificazioni per telefono o via mail, né richiedono il pagamento di sanzioni via internet.

Dopo averlo tranquillizzato, gli operatori del Commissariato hanno invitato l'uomo, in caso di dubbi e del verificarsi di nuovi episodi, a ricontattare immediatamente le Forze dell'Ordine." 

Così, in una nota, la Questura di Perugia. 


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