IMG 0012(UNWEB) Perugia. "Il Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica Polizia Postale e delle Comunicazioni di Perugia è riuscito a recuperare la somma di 11.000 euro a favore di un cittadino che aveva subito una delle truffe più insidiose che colpiscono in questi ultimi mesi in maniera indiscriminata professionisti, impiegati e pensionati.

La fattispecie delittuosa, ormai nota nel panorama delle truffe commesse con l'utilizzo del telefono e dei sistemi informatici di anonimizzazione e camuffamento si inquadra nella fenomenologia del cosiddetto "vishing", ovvero il phishing commesso mediante il telefono (creata dalla fusione delle parole voice e phishing).

Di fatto, i criminali hanno contattato l'ignara vittima spacciandosi per personale antifrode dell'istituto bancario rappresentandogli che il proprio conto corrente bancario era stato violato e che per preservare il denaro giacente all'interno del conto avrebbe dovuto effettuare urgentemente un bonifico su altro conto indicato come "sicuro".

Nell'occasione i truffatori, per rinforzare la validità e bontà delle operazioni in corso, non solo hanno simulato, tramite una telefonata con falso numero di prefisso 075, il coinvolgimento di personale delle forze dell'ordine del territorio perugino, ma hanno anche inviato alcuni sms, che sembravano provenire dall'istituto bancario, che simulavano delle spendite effettuate tramite le carte di credito collegate al conto corrente.

La vittima presa dal timore di poter perdere i propri risparmi seguiva senza ulteriori indugi le indicazioni fornite dal "falso centro antifrode", trasferendo la mattina dopo la somma di 11.000 euro tramite bonifico istantaneo su altro conto corrente, il cui iban era stato dettato dai truffatori.

Solo nel pomeriggio, con la chiamata da parte del vero "Centro Antifrode" dell'Istituto bancario, la vittima, ormai senza speranza di riavere il proprio denaro, si rivolgeva al personale del Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica Polizia Postale e delle Comunicazioni di Perugia, che si attivava immediatamente.

A seguito di un rapido ed incisivo esame della vicenda e delle movimentazioni bancarie effettuate gli operatori della Specialità della Polizia di Stato sono riusciti a recuperare l'intera somma di denaro con enorme soddisfazione da parte della vittima che ormai riteneva di aver perso i propri risparmi.

L'identificazione del responsabile è tuttora in corso.

Episodi delinquenziali, come quello appena descritto, – dichiara il Dirigente del Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica Polizia Postale e delle Comunicazioni di Perugia, Vice Questore Michela Sambuchi – purtroppo, colpiscono indistintamente i cittadini di ogni età e livello di istruzione facendo leva sulle paure del singolo a fronte della prospettata perdita dei propri risparmi. Ma come nella maggior parte dei casi, basta seguire poche semplici regole, considerata la facilità con la quale i criminali riescono a dissimulare le utenze degli istituti bancari:

1.      In caso di chiamata da parte di un numero di telefono dell'istituto bancario, si suggerisce di riagganciare la telefonata e chiamare direttamente la propria agenzia ovvero il numero verde della propria banca; nel caso in cui quest'ultimo numero non sia salvato in rubrica, effettuare una ricerca tramite internet dell'utenza corretta.

2.      In caso di sms recante indicazioni su violazioni del proprio conto corrente o della propria carta di credito, non seguire mai le indicazioni fornite nel messaggio, ma procedere a contattare la propria agenzia ovvero il numero verde dell'istituto bancario.

3.      Nel caso in cui si fosse già effettuato il bonifico fraudolento, il cittadino deve contattare immediatamente la propria banca, vedi sopra, ed avvisare di voler annullare l'operazione in frode, specificando che ci si sta recando presso un ufficio delle forze dell'ordine per formalizzare la querela; il cui personale sarà in grado di fornire il corretto ausilio per tentare di rientrare in possesso della somma. In questo caso la tempestività è fondamentale." 

 

Così, in una nota, la Questura di Perugia. 


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