foto 2 apertura porta santa concattedrale di città della pieve(ASI) Città della Pieve. Con l’apertura della Porta Santa della concattedrale dei Ss. Gervasio e Protasio in Città della Pieve, avvenuta il 27 dicembre, giorno in cui la Chiesa celebra la Sacra Famiglia di Nazareth, il cardinale Gualtiero Bassetti ha aperto tutte le Porte della Misericordia delle sette chiese giubilari (una per ogni Zona pastorale dell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve), ciascuna ricca di significati connessi all’Anno Santo della Misericordia. A Città della Pieve, l’apertura della Porta Santa ha visto la partecipazione di oltre un migliaio di fedeli e di numerosi rappresentanti delle storiche confraternite che rendono ancor più viva la Chiesa locale, che, proprio lo scorso 27 dicembre, ha tenuto l’assemblea conclusiva della Visita pastorale del cardinale Bassetti.

La celebrazione nella concattedrale, scrigno prezioso d’arte per i capolavori presenti al suo interno del grande maestro Pietro Vannucci e della sua Scuola, è stata preceduta dalla processione guidata dal cardinale Bassetti insieme ai sacerdoti e religiosi della VII Zona pastorale, snodatasi dal Santuario della Madonna di Fatima, dedicato ai “Santi fanciulli” in occasione del Giubileo del 2000. In questo importante luogo di culto mariano, visitato ogni anno da molti fedeli provenienti anche da fuori regione, a richiamare alla riflessione il popolo di Dio nell’apprestarsi ad attraversare la Porta Santa, è stata la lettura della parabola evangelica della Pecorella smarrita, pregna di Misericordia, quale forte richiamo teologico-pastorale a questo Giubileo Straordinario.

Lo stesso cardinale Bassetti, nell’omelia, ha richiamato più volte al significato dell’Anno Santo. «Ringraziamo il Signore per la grande grazia che Egli ha fatto a tutti noi, sacerdoti, religiosi, religiose, membri delle confraternite e fedeli della VII Zona pastorale – ha esordito il porporato –, quella di poter varcare la Porta Santa. Nel varcarla con fede, chiedendo perdono dei nostri peccati, la nostra vita sarà completamente rinnovata. Il Giubileo della Misericordia è un grande dono che il Signore fa a ciascuno di noi attraverso l’intuizione che ha avuto papa Francesco di indire quest’Anno Santo».

Il cardinale ha offerto alcune riflessioni anche sul significato del Natale e della festa della Sacra Famiglia di Nazareth. «Il mistero del Natale rivolto a noi uomini – ha ricordato – è il Figlio di Dio che si fa uomo, perché l’uomo possa essere figlio di Dio. Siamo stati divinizzati dal grande mistero del Natale e noi non ci pensiamo mai. La Notte di Natale, in una lettura, San Leone Magno ci diceva: “riconosci o cristiano la tua dignità, la tua grandezza e a quale vocazione tu sei stato elevato”».

«Accanto al Natale c’è la Sacra Famiglia di Nazareth, che deve essere il prototipo, il modello di tutte le nostro famiglie». Al riguardo, il cardinale ha ricordato quanto disse, nel 1965, papa Paolo VI nel visitare Nazareth durante il suo storico viaggio in Terra Santa. «Nazareth ci richiama innanzitutto al mistero del silenzio. Quanto anche noi abbiamo bisogno di un po’ di silenzio interiore – ha commentato il presule –, perché dentro di noi arrivano i rumori inquietanti della società. E’ necessario ricostituire nell’intimo di ciascuno di noi quella cella interiore per cui è possibile dialogare con Dio e per cui diventa possibile anche dialogare con i nostri fratelli». Altra esortazione di Paolo VI da Nazareth fu quella di «tornare a pregare in famiglia», perché «la famiglia, come ha detto il Concilio Vaticano II – ha ricordato il cardinale –, è una piccola chiesa domestica. Ma l’esperienza della Famiglia di Nazareth ci insegna anche la “santificazione del lavoro”, soprattutto oggi che scarseggia, perché il lavoro non è soltanto una vocazione, una missione per l’uomo, che è sempre un aspetto importante, ma diventa anche un modo di relazionarci con gli altri».

Il cardinale Bassetti ha concluso richiamando ancora una volta il motivo del Giubileo della Misericordia: «In questo mondo così travagliato, pieno di violenza, di contrasti e di divisioni, soltanto il perdono di Dio, soltanto la pace che il Signore ci può donare, soltanto una riconciliazione vera con il Signore e tra di noi, può essere la svolta anche per un cambiamento della nostra società. Il Giubileo, come ha detto papa Francesco, è il tempo propizio per ripensare al valore della nostra vita e a quella degli altri andando incontro al loro grido di aiuto, perché nel mondo c’è tanta miseria. Entrando dalla Porta Santa per ricevere perdono, si esce per portare misericordia, pace e riconciliazione. Tempo di speranza sia il Giubileo per la nostra vita, per quella delle nostre famiglie e per la comunità. Sia tempo del pensare fecondo e della liberazione dalle tante schiavitù che ci opprimono e sia l’occasione di riscoperta dell’umana solidarietà e dell’unità come cristiani. E su questo aspetto ho molto insistito durante la Visita pastorale. Il Giubileo – ha concluso il porporato – sia motivo per ciascuno di noi di sperimentare la grazia del Signore, l’ora buona della vita, per trasfigurarci nel volto luminoso del Dio fatto uomo».

giochi di luce illuminano lesterno della concattedrale di città della pieve la sera dellapertura della porta santa

 

foto 2. santuario madonna di fatima città della pieve inizio celebrazione giubilare presieduta dal card. bassetti

numerosi fedeli nella concattedrale di città della pieve celebrazione apertura porta santa


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