Il cardinale Bassetti: «Come fece Costanzo nella sua epoca, così oggi tocca noi, vivere la fede e trasmetterla alle generazioni future... Fede che è fonte di testimonianza concreta e di opere di carità»
Al suono delle chiarine e dei tamburi dei figuranti in costume medievale di Assisi, Città della Pieve e Montefalco e con l’accensione delle torce nel fuoco davanti al Palazzo comunale dei Priori in Perugia, proprio come sette secoli fa, è iniziata la tradizionale e suggestiva processione della “Luminaria” della vigilia della solennità del santo patrono Costanzo, vescovo e martire. Una processione occasione di incontro tra rappresentanti delle Istituzioni civili e religiose per onorare il patrono Costanzo, fondatore della Chiesa perugina martirizzato intorno all’anno 175 d.C. per difendere l’idea di una società fondata sulla centralità dell’uomo. Un folto popolo di fedeli ha accompagnato il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti e il sindaco Andrea Romizi per le vie e le piazze principali della città fino alla basilica in cui sono custodite le reliquie del santo.
In questo luogo di culto tanto caro ai perugini, il cardinale ha presieduto i Primi Vespri solenni, animati dalla Corale della Polizia municipale, ed è stato rinnovato l’“Omaggio votivo del cero e dei doni al santo patrono” da parte delle autorità civili e religiose. A mettere in risalto la concordia tra comunità civile e religiosa, che si rinnova nel nome di Costanzo, è stato lo stesso cardinale Bassetti nell’omelia. «Nel ricordo del patrono, la comunità civile e quella religiosa si ritrovano insieme per onorare un fedele servitore della causa del Vangelo e per ciò stesso della causa dell’uomo – ha esordito il porporato –. Ogni cristiano, in particolar modo se si tratta di un pastore, non potrà mai scindere la difesa della causa di Dio dalla difesa della causa della persona umana. Il progresso sociale ci ha fatto capire bene che non si devono mai confondere il piano civile e quello religioso, ma questo non vuole dire che essi, nella concordia e nella sincerità, non possano ricordare i valori, anche religiosi, che tengono unità una comunità, e possano collaborare per il bene comune dell’intera città».
«Per la comunità cristiana però è un momento non solo celebrativo ma anche di seria riflessione – ha commentato il cardinale –. Tutti siamo chiamati, nel giorno del patrono, ad interrogarci sulla vita di fede, personale e comunitaria. Nonostante la pervasiva secolarizzazione, grazie a Dio, non mancano nelle nostre comunità – che sto incontrando con un’intensa visita pastorale – segni, anche commoventi, di fede sincera e profondamente vissuta, sia negli anziani che nei giovani. Fede che è fonte di testimonianza concreta e di opere di carità. Ma questo non può lasciarci tranquilli di fronte al dilagare della mentalità relativista e dell’indifferenza. Come fece Costanzo nella sua epoca, così oggi tocca noi, vivere la fede e trasmetterla alle generazioni future».
«Ha osservato il Santo Padre Francesco, in una recente catechesi – ha ricordato il presule –, che “come di generazione in generazione si trasmette la vita”, così “di generazione in generazione, attraverso la rinascita dal fonte battesimale, si trasmette la grazia, e con questa grazia il Popolo cristiano cammina nel tempo”. Inviati da Gesù, i discepoli sono andati a battezzare in ogni parte del mondo; così ha fatto il primo vescovo Costanzo nella nostra terra, e da quel tempo a oggi c’è una catena nella trasmissione della fede mediante il Battesimo. E ognuno di noi è un anello di questa catena. Così, ha osservato poi papa Francesco, il popolo cristiano è “come un fiume che irriga la terra e diffonde nel mondo la benedizione di Dio”. Ecco perché è importante “trasmettere la nostra fede ai figli, trasmettere la fede ai bambini, perché essi, una volta adulti, possano trasmetterla ai loro figli”. Per il Santo Padre in questa ‘catena di trasmissione’ sta anche il senso dell’essere ‘comunità’, dell’essere Chiesa, perché nessuno si salva da solo. “Siamo comunità di credenti, siamo Popolo di Dio e in questa comunità sperimentiamo la bellezza di condividere l’esperienza di un amore che ci precede tutti, ma che nello stesso tempo ci chiede di essere ‘canali’ della grazia gli uni per gli altri, malgrado i nostri limiti e i nostri peccati. La dimensione comunitaria non è solo una ‘cornice’, un ‘contorno’, ma è parte integrante della vita cristiana, della testimonianza e dell’evangelizzazione”».
«È a Costanzo quindi, testimone di Cristo che confermò con il suo sangue l’annunzio del Vangelo – ha concluso il cardinale Bassetti –, che chiediamo stasera di ravvivare la nostra fede. Lui che fu pietra viva e preziosa, | scolpita dallo Spirito | con la croce e il martirio | per la città dei santi. Sia questo anno che si è aperto dinanzi a noi come tempo del Giubileo della misericordia un’occasione propizia per riconoscere i nostri limiti, personali e comunitari, e divenire così strumenti della misericordia del Signore per tutti gli uomini».
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Festeggiamenti in onore di San Costanzo/questo pomeriggio la suggestiva luminaria, domani la fiera grande di San Costanzo e la degustazione del torcolo
La tradizionale Luminaria ha inaugurato ufficialmente, questo pomeriggio, i festeggiamenti per San Costanzo, patrono di Perugia. A dare il via, di fronte a Palazzo dei Priori, le parole del banditore, che ha letto la grida con l’editto del Comune di indizione della luminaria di San Costanzo e la successiva benedizione da parte di S.E. Cardinale Bassetti del fuoco del braciere, con cui sono state poi accese tutte le fiaccole.
Sette secoli fa–era l’11 dicembre 1310- i nove Priori delle arti del Comune di Perugia istituirono questa celebrazione festosa, civile e religiosa insieme, detta “il lume”o la “luminaria”o il “luminare maggiore con cui si intendeva invocare il martire Costanzo per la salvaguardia e l’accrescimento della pace e della tranquillità del popolo di Perugia.
Alla manifestazione dovevano partecipare obbligatoriamente i maggiorenti della città, “recando in mano dei lumi”: i priori delle arti, il podestà, il capitano, i consoli della Mercanzia e gli auditori del Cambio, gli artigiani di tutte le corporazioni, ed anche il Vescovo con tutto il clero, oltre al popolo di tutti i borghi.
Oggi come allora, alla Luminaria erano presenti il Sindaco Romizi con gli assessori Severini, Casaioli e Cicchi, il Presidente dell’Assemblea Leonardo Varasano e i consiglieri Pittola, Borghesi, e Mori, il Vicepresidente del Consiglio Regionale Marco Vinicio Guasticchi, preceduti dal Gonfalone del comune. Subito dietro di loro il Cardinale Bassetti, Arcivescovo di Perugia e Cittàdella Pieve, accompagnato da altri prelati, i rappresentanti delle Confraternite di Villa Pitignano, di Mongiovino, di Collestrada, del Santo Rosario, di Santiago de Compostela, dell’Ordine di Malta e del Santo Sepolcro, accompagnati dal Gonfalone di San Costanzo.
Suggestiva la presenza, in costume, dei figuranti del Gruppo Balestrieri di Assisi, del gruppo storico di Montefalco e di quello del Palio di Cittàdella Pieve, muniti di bandiere cosìcome di chiarine e tamburi che hanno scandito i tempi della processione e della preghiera lungo il percorso fino alla Basilica di San Costanzo, eretta nel luogo in cui –secondo la tradizione- San Costanzo fu sepolto dopo il martirio, avvenuto a Foligno.
Il corteo delle autoritàlocali e religiose, seguito da molti cittadini, si èquindi incamminato a piedi verso Via San Costanzo, procedendo, torce alla mano, lungo Via Fani, Piazza Matteotti, Via Oberdan, le Scalette di Sant’Ercolano, i Tre Archi, Corso Cavour e Borgo XX Giugno.
All’interno della Basilica intitolata al Santo Patrono ha, quindi, avuto luogo la tradizionale offerta dei doni, preceduta dal discorso del Cardinale Bassetti che ha voluto ricordare come “oggi, il martire Costanzo ci invita, autoritàcivili e religiose, a camminare insieme per il bene della città”. La Polizia Municipale ha quindi deposto sull’altare della basilica di San Costanzo la corona d’alloro, simbolo del servizio, subito dopo il Sindaco Romizi ha acceso il cero votivo, a rappresentare la disponibilitàe l’attenzione ai bisogni dei piùdeboli e a pensare con onestàe saggezza al bene comune.
Terzo dono il Torcolo, simbolo visivo del martirio, per invocare benedizione sul lavoro degli artigiani e dei commercianti perugini e di tutti coloro che contribuiscono alla prosperitàdella comunitàcittadina. Infine, da parte del Vescovo e della Chiesa locale, l’incenso testimonianza di fede viva e coerente nel Vangelo.
Domani prosegue la festa di San Costanzo con la Fiera di Borgo XX Giugno e la degustazione del torcolo in centro storico, al mattino e a Monteluce nel primo pomeriggio.