Il vescovo ausiliare mons. Paolo Giulietti: «La prima sfida di quest’opera è educare il popolo cristiano alla carità e aiutare la nostra società, tentata a chiudersi, ad essere maggiormente attenta e aperta agli altri»
(ASI) Perugia. Dal 14 marzo 350 famiglie in difficoltà potranno recarsi a far “spesa” all’Emporio Caritas “Divina Misericordia” situato in via Sacconi n° 27 (la prima traversa a sinistra di via Penna venendo da San Sisto), nella zona industriale di Perugia, al cui progetto hanno aderito le comunità parrocchiali delle Unità pastorali di San Sisto-Sant’Andrea delle Fratte-Lacugnano, Castel del Piano-Pila-Bagnaia, Olmo-Ellera-Chiugiana-Fontana, San Mariano-Girasole, Solomeo, Mugnano-Fontignano.
Inaugurato domenica 13 marzo dal vescovo ausiliare mons. Paolo Giulietti, quest’Emporio sarà fruibile al mattino, il lunedì e il sabato (dalle ore 9 alle 13), e nel pomeriggio, il mercoledì (dalle ore 15 alle 19). All’inaugurazione dell’Emporio, opera segno diocesana del Giubileo della Misericordia voluta dal cardinale Gualtiero Bassetti, hanno partecipato centinaia di persone, tra le quali anche chi è “lontano” dalla Chiesa, oltre ai numerosi volontari che presteranno la loro opera nel servire quanti giungeranno non solo a prendere i prodotti di prima necessità (alimentari e per l’igiene), ma per essere ascoltati ed aiutati nel superare le difficoltà.
Inaugurato nel terzo anniversario dell’elezione di papa Francesco.
L’inaugurazione di questo secondo Emporio Caritas (il primo è attivo dal 2014 a Perugia città, presso il “Villaggio della Carità”) è coincisa con il terzo anniversario dell’elezione di papa Francesco, il papa che non si stanca di esortare i cristiani e tutti gli uomini di buona volontà a “dare da mangiare agli affamati”, avviando una campagna contro lo spreco alimentare, ma soprattutto ad accogliere il prossimo anche attraverso opere socio-caritative come gli “Empori”.
E’ stato il vescovo ausiliare mons. Giulietti a evidenziare le finalità di quest’opera di carità, che va oltre la semplice distribuzione di generi di prima necessità. Lo ha fatto prima di impartire la benedizione ai volontari e ai locali dell’Emporio e alla presenza dell’assessore alle politiche sociali del Comune di Perugia Edi Cicchi, del direttore della Caritas diocesana Daniela Monni e del suo condirettore il diacono Giancarlo Pecetti, del parroco moderatore don Claudio Regni, del responsabile dell’Emporio, il diacono Giampiero Morozzi, al quale ha consegnato il “grembiule del servizio”, e di diversi sacerdoti e diaconi delle Parrocchie delle Unità pastorali coinvolte nel progetto dell’Emporio “Divina Misericordia”.
Le sue finalità sono soprattutto pedagogiche.
«Quest’opera aiuta la Chiesa ad essere quello che deve essere – ha sottolineato mons. Giulietti –, cioè un luogo in cui le persone si servono reciprocamente alla luce dell’esperienza pasquale e della misericordia di Gesù. Quindi un’opera della Chiesa e in che senso questa deve essere una sua opera? Papa Francesco ci ha ricordato che la Chiesa non è una “ONG”, non gestisce supermercati. La Chiesa educa alla carità e questo deve essere un luogo in cui ci educhiamo alla carità. E’ un segno affinché le comunità cristiane non dicano ai poveri: “A voi ci pensano i volontari della Caritas parrocchiale”. Ai poveri ci deve pensare tutta la comunità cristiana, perché ha finalmente un luogo dove può essere svolto questo servizio in maniera più dignitosa, più efficace, ma sempre come espressione della comunità».
Mons. Giulietti ha anche invitato i presenti a scaricare da Internet il “Sussidio formativo” della Caritas che fa «comprendere il senso di quest’opera ed invita a sensibilizzarsi tutti sul problema dello spreco alimentare, sulle esigenze dei nuovi stili di vita e sulla nuova solidarietà. La prima sfida di quest’opera – l’ha ribadito – è di educare il popolo cristiano alla carità, perché, anche nelle nostre comunità parrocchiali, ne abbiamo molto bisogno».
L’Emporio Caritas possa catalizzare anche chi non fa parte della Chiesa.
Il vescovo ausiliare ha presentato anche un’altra «dimensione di quest’opera, che è quella di venire incontro, di essere una sorta di catalizzatore del bene anche di chi non fa parte della Chiesa – ha detto –, che è chiamato, facendosi carico dell’uomo e dei suoi bisogni, ad occuparsi, anche senza saperlo, di Gesù. Quest’opera funziona fin da subito grazie all’apporto di soggetti che non sono ecclesiali, come la Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, e proseguirà la sua finalità proprio come collettore della volontà di bene di questi soggetti (Istituzioni e realtà imprenditoriali). Su questo aspetto papa Francesco insiste molto, perché la Chiesa è chiamata nell’uscire ad incontrare le persone, a fare il bene insieme con gli altri, anche con chi non condivide la stessa fede e ha prospettive diverse».
Rivolgendosi ai volontari, mons. Giulietti ha detto che «incontreranno tante persone, tanti soggetti presenti sul territorio che aiuteranno l’Emporio a proseguire la sua opera. Tante realtà territoriali saranno messe nella condizione di educarsi al bene anche attraverso quest’opera. La sfida che oggi inizia non è una sfida gestionale, ma è culturale e spirituale nel fare di questo luogo un segno per la comunità cristiana rendendo tutti più attenti agli altri. L’Emporio sarà un segno anche per la comunità civile nell’aiutarla a ricostruire legami di solidarietà, di collaborazione e di interesse per gli altri».
Accogliere i poveri come fratelli.
Il vescovo ausiliare ha parlato anche della «funzione principale della Caritas», che «è proprio quella pedagogica e culturale – ha evidenziato –. Questo Emporio sia davvero un luogo in cui veniamo incontro ai poveri educandoci ad accoglierli come fratelli. In questo luogo, come già accade nell’Emporio del “Villaggio della Carità”, non si danno solo delle cose, ma si offrono soprattutto delle relazioni umane così da diventare amici di coloro che ci chiedono aiuto, come ci esorta a fare papa Francesco. Questo succeda anche fuori dall’Emporio e da altre opere di carità, diventando amici dei poveri che abbiamo alla porta di casa, delle tante famiglie italiane in difficoltà, dei migranti che arrivano e che nessuno vuole, delle persone che sono scomodo perché ci mettono in difficoltà con le loro richieste».
L’Emporio un luogo della Chiesa del grembiule.
«Questo luogo – ha concluso mons. Giulietti – sia davvero un segno affinché la comunità cristiana diventi come l’ha concepita il Signore, una Chiesa del grembiule al servizio di tutti, amica di tutti e che possa aiutare la nostra società, tentata a chiudersi, ad essere maggiormente attenta e aperta agli altri».