Il porporato: «Non siate ai margini del cammino di speranza, ma, forti nello Spirito, testimoniate il vostro incontro con il Risorto”. E cita Guccini e De Andrè...
(ASI) Perugia «“Non ti preoccupare, Gualtiero, per questi tuoi giovani: Dio provvederà”: con queste parole, nel sogno che ho fatto l’altra notte, pensando proprio a voi, il mio vecchio vescovo, il cardinale Piovanelli, rassicurava la mia preoccupazione sul futuro dei giovani di questa diocesi». Si è rivolto così il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti ai duemila ragazzi che hanno riempito la cattedrale di San Lorenzo in Perugia per la tradizionale veglia di Quaresima, celebratasi giovedì sera 17 marzo, promossa dall’Ufficio diocesano per la Pastorale giovanile anche in preparazione alla Giornata Mondiale della Gioventù (GMG) di Cracovia, in Polonia, dal 19 luglio al 1° agosto 2016. All’atteso evento parteciperanno 500 giovani dell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve (le iscrizioni sono ancora aperte), che li guiderà il cardinale Bassetti nei luoghi in cui nacque e fu vescovo san Giovanni Paolo II, il Papa delle GMG.
«Nel sogno – ha piegato il presule – eravamo in una grande spianata ricolma di giovani ed avevo timore di non riuscire a raggiungere tutti i presenti per la distribuzione della comunione. Le parole di Piovanelli, “Dio provvederà”, mi hanno fatto comprendere che Dio Padre, nella sua infinita misericordia, provvede sempre perché ci manda il suo figlio Gesù Cristo che ci ama, si dona a noi e ci stringe in un abbraccio infinito, che è l’abbraccio dello Spirito Santo».
“Salvati dalla gioia” è stato il titolo e tema della Veglia di preghiera, scelto per rappresentare l’invito e la provocazione, rivolta ai ragazzi, a riflettere sulla gioia, per comprendere che, nella quotidianità, è possibile ricercare la profondità delle cose più semplici partendo dalla consapevolezza che Dio non è morto, ma è risorto e vive in mezzo a loro. Provocazione raccolta e condivisa dal cardinale, il quale ha rilanciato ai giovani il grido di Maria di Magdala agli apostoli, “Ho visto il Signore” (Gv 20, 18): «Nei grandi ideali della vostra vita, nelle azioni profonde e sincere, negli sguardi d’amore Dio è risorto. E se Lui è risorto, è perché nulla è impossibile a Dio e mai nulla e nessuno potrà rubarci la nostra speranza e la nostra gioia. Non lasciatevi rubare questa gioia e questa misericordia».
Il prelato ha scelto di declinare questo tema anche attraverso il linguaggio dei giovani, con l’utilizzo di citazioni di due canzoni (“Dio è morto” di Francesco Guccini e “Il testamento di Tito” di Fabrizio De Andrè) per «lanciare la sfida di rispondere al concetto di modernità che Dio è morto». Ne è emersa una toccante riflessione in cui la domanda “Donna, perché piangi?” (Gv 20, 15) è da rivolgere a tutti gli uomini e le donne, che troppo spesso nella loro esistenza sperimentano l’idea di un Dio che è morto e sono proprio questi ragionamenti umani, fondati su questa concezione, che hanno provocato e provocano sofferenza al mondo.
Avviandosi alla conclusione, il cardinale ha fatto proprie le parole di papa Francesco rivolte ai giovani durante il suo ultimo viaggio apostolico in Messico: “Mi avete chiesto una parola di speranza: quella che è alla base di tutto si chiama Gesù Cristo. Quando tutto sembra pesante, abbracciate Lui e, per favore, non staccatevi mai dalla sua mano.” «Tenendo lo sguardo fisso su Gesù – ha spiegato il presule - possiamo guardare al mondo verso i più deboli, perché la gioia del Vangelo riempie la vita intera di chi incontriamo. Con Gesù sempre rinasce la gioia. Vi lancio questo invito a rinnovare il vostro impegno personale con Lui: cercatelo con forza! La sua risurrezione ha penetrato la trama della nostra vita; l’amore di Gesù innerva tutta la storia, penetra nel mondo e lo trasforma da dentro, diventando fermento, sale e luce. Non rimanete ai margini di questo cammino di speranza. Credete in lui, il risorto è vittorioso. Siate forti nello Spirito, siate come Maria di Magdala, capaci di testimoniare che “Io, il Signore, l’ho visto”. Ecco il mio augurio di Pasqua».