Presentato ieri in Provincia il volume-ricerca che racconta la difficoltà di genere nel mondo del lavoro
(ASI) Perugia, – Un volume che fotografa, in modo preciso e dettagliato la situazione e il tipo di occupazione femminile nell’area del perugino in seguito alla crisi economica iniziata nel 2008. “Il lavoro e la crisi.
Esperienze di donne a Perugia” di Federica Lanzi, questo è il titolo della ricerca il cui obiettivo principale è comprendere le problematiche e i vissuti delle donne che hanno visto sovrapporsi due fattori principali nei loro percorsi lavorativi, e cioè la crisi e il gap di genere. Questo volume è stato presentato in Provincia, sala Falcone e Borsellino alla presenza, oltre che dell’autrice Federica Lanzi del Dipartimento FiSSUF, Università degli Studi di Perugia, di Gemma Paola Bracco Consigliera di Parità della Provincia di Perugia, che ha voluto fortemente e ideato questo progetto in una materia così importante, Floriana Falcinelli Vice Direttore Dipartimento FiSSUF, Università degli Studi di Perugia, Cristina Papa Docente Dipartimento FiSSUF, Università degli Studi di Perugia e Rudy Severini Amministratore delegato della Sartoria Eugubina S.r.l. di Gubbio. All’inizio lavori ha portato il saluto anche Livia Turco, presidente della Fondazione Nilde Iotti che è molto legata alla situazione femminile. La ricerca si è sviluppata in seguito a una convenzione tra la Consigliera di Parità Bracco e il Dipartimento di filosofia, scienze sociali, umane e della formazione dell’Università degli studi di Perugia, con il coordinamento scientifico della professoressa Papa. Questo volume, oltre a fare un’analisi quantitativa di dati nel periodo 2008-2014, è arricchito da interviste di donne lavoratrici utili a delineare con maggiore efficacia i percorsi lavorativi femminili che sono sempre frutto di scelte complesse che mettono in relazione la vita privata e familiare, il lavoro e l’identità personale. Leggendo queste storie emerge con chiarezza come l’attuale crisi occupazionale ed economica abbia influito in maniera negativa sulle loro condizioni di vita, accentuando una situazione di disuguaglianza che sembrava essere quasi superata. Molto spesso per lavorare alle donne si richiedono scelte di vita che possano influire anche sulla opportunità di diventare madri, oppure di non diventarlo affatto per mancanza di una occupazione. Ed è proprio questo aspetto che è stato sollevato da Gemma Bracco “una donna che lavora – ha detto -, se si sente protetta, decide con più frequenza di diventare mamma. Purtroppo lo sconforto della mancanza di lavoro per le donne si ripercuote anche sull’indice di natalità. Oggi siamo a crescita zero, come alla fine dell’Ottocento. Altro fenomeno è l’aumento dell’infertilità dovuta all’innalzamento dell’età delle donne nel fare i figli. Finora l’Umbra, con il suo modello di welfare si è dimostrata una regione virtuosa, ma il modello si sta incrinando”. Nel corso dell’incontro è stato dato spazio a una testimonianza della “Sartoria Eugubina S.r.l. di Gubbio”, una holding realizzata con le quote di una quarantina di donne che avevano perso il lavoro a causa della chiusura di un’azienda e che non si sono date per vinte ed hanno intrapreso un cammino imprenditoriale che finora le sta dando risultati in termini di commesse e di entusiasmo.