AssisiPentecosteMonsignor Sorrentino ha consegnato il libro del Sinodo alla comunità diocesana

(ASI) ASSISI – E’ stata una veglia di Pentecoste molto gioiosa, quella vissuta sabato 14 maggio nella cattedrale di San Rufino con la celebrazione del Giubileo dei ministeri (Accoliti, lettori, ministri della Parola, ministri straordinari della comunione, cantori) e la consegna del libro del Sinodo.


Presenti alla cerimonia un gran numero di fedeli, i sindaci e rappresentanti istituzionali di tutti i comuni della diocesi.
Durante l’omelia il vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino, ha posto l’accento sulla dicotomia di una società tanto avanti per certi versi, ma altrettanto indietro per altri.
“Davanti a noi – ha affermato il vescovo - c’è una cultura globale che si accende dei bagliori di una tecnologia prodigiosa, di una informazione pressoché sconfinata, di un benessere mai visto prima, ahimè per una piccola parte dell’umanità, mentre una enorme massa di uomini e di donne resta in balia delle più diverse povertà. Uno scenario in chiaroscuro. Un’umanità – ha aggiunto - che proclama diritti, un pò meno i doveri. Un’umanità dai pensieri confusi, dalle relazioni spezzate, capace di spendere cifre scandalose per le armi e così lenta ad accogliere la marea di affamati e rifugiati che bussano al nostro cuore. Una società che paradossalmente inneggia al progresso quando dà il colpo di grazia alla famiglia, la sua cellula fondamentale. Dov’è la fede dei nostri padri? Ma non è tempo di piangere. Come nella prima ora cristiana, riappare il Risorto. Sulle nostre fughe e i nostri rinnegamenti, scende la potenza dello Spirito Santo. Ed è storia nuova, alla quale tutti siamo chiamati a mettere mano”.
Il vescovo Sorrentino si è poi soffermato sul libro del Sinodo intitolato “Tu sei la nostra gioia” che è il frutto di un intenso percorso sinodale durato oltre tre anni. “Ve lo consegno come progetto da assimilare e da mettere in atto – ha sottolineato il vescovo -. Non è più ora dei se e dei ma. Abbiamo discusso. Abbiamo deciso. È ora di rimboccarci le maniche. E per questo dedicheremo al libro del Sinodo tutto il prossimo anno pastorale. Prima di essere un programma di cose da fare, è una decisione del cuore. È un appello a guardarci dentro, nell’intimo, dove – come la Parola di Dio ci ha spiegato - lo Spirito Santo intercede per noi con gemiti inesprimibili e si innalza come zampillo di acqua viva. È un libro – ha aggiunto - che fa appello a una rinnovata scelta di fede, illuminata dal Vangelo e nutrita di contemplazione. Senza questa conversione interiore, non ci sarebbe alcuna conversione pastorale, e le decisioni sinodali resterebbero un libro forse nemmeno letto, destinato alla polvere dei nostri scaffali”.
Alla fine della celebrazione il vicario generale don Maurizio Saba ha ringraziato il vescovo per aver condotto la comunità diocesana a questo traguardo e, a nome di tutti, gli ha fatto gli auguri per il suo prossimo compleanno che cadrà il 16 maggio.


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