solennitasantaChiaraGioia e carità al centro dell’omelia del cardinale Beniamino Stella

(ASI) Assisi. In una basilica gremitissima di fedeli, alla presenza della massime autorità civili e militari è stata festeggiata, giovedì 11 agosto, la solennità di Santa Chiara. “E’ significativo celebrare la solennità di Santa Chiara in questa splendida cornice di Assisi durante il Giubileo della Misericordia indetto da Papa Francesco – ha esclamato il cardinale Beniamino Stella, prefetto della Congregazione per il clero che ha presieduto la celebrazione eucaristica. Santa Chiara – ha aggiunto il cardinale – ascolta la voce di Cristo, lo segue con gioia e lo testimonia con amore. Ascoltare la voce di Gesù, ascoltare la chiamata di Cristo è il fondamento di ogni vita cristiana. Dio si fa umile e povero quasi a mendicare un posto nel nostro cuore. Sembra che Dio faccia fatica ad entrare nelle nostre città, nel nostro mondo. Viviamo immersi nel rumore, le difficoltà della vita quotidiana, le contrarietà, le sofferenze ci impediscono spesso di ascoltare la voce di Dio nella profondità del nostro cuore. Quando il cuore è sgombro da ogni rumore può accogliere la parola di Dio che libera e guarisce. La scelta di Chiara – ha proseguito - ci invita a frenare le ansie e a saperci ritagliare momenti di solitudine, preghiera e contemplazione. Siamo chiamati alla gioia. Papa Francesco ci richiama alla gioia e ci ripete che la carta d’identità del cristiano è la gioia, lo stupore davanti alla grandezza di Dio. Egli dice che un cristiano è un uomo e una donna con la gioia nel cuore. Non esiste un cristiano senza gioia. Chiara trova la ragione della sua gioia contemplando Gesù. Siamo chiamati all’amore, alla carità. Questa chiamata del Signore ci invita ad andare verso gli altri. Si tratta come ricorda Papa Francesco di una gioia nell’esercizio della carità missionaria. E’ necessario rimanere nell’amore del Signore per portare frutti nel mondo. Santa Chiara ci invita a contemplare questo amore per Cristo. Dobbiamo lasciarsi accendere sempre più fortemente da questo ardore di carità. Questo è un imperativo per tutta la Chiesa il cui annuncio risulta credibile solo se essa si concentra sulle cose essenziali. Penso che possiamo tutti fare nostro il desiderio di Papa Francesco che ha detto ‘Come vorrei una chiesa povera per i poveri’. Questa è la chiesa che Francesco e Chiara hanno riparato e adesso tocca a noi. Prendiamoci un pò di tempo quotidiano per il Signore; impegniamoci ad offrire la nostra vita nell’esercizio della carità. In questo modo – ha concluso - anche noi potremmo essere strumenti operosi che il Signore vorrà adoperare per riparare la sua chiesa”.
E’ seguita l’offerta dei fiori e dei ceri da parte del sindaco di Assisi Stefania Proietti.


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