papa francescoMons. Bromuri, vicario episcopale per la cultura: «in Umbria fare della pace uno stile di vita»

(ASI) Giovedì 1 gennaio 2015 la Chiesa celebra la Giornata Mondiale della Pace, che a Perugia sarà vissuta con un incontro culturale di riflessioni e testimonianze sul messaggio di papa Francesco intitolato "Non più schiavi, ma fratelli", alle ore 16, presso il Centro ecumenico ed universitario "San Martino" (via del Verzaro, 13), e con la celebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Gualtiero Bassetti, alle ore 18, nella cattedrale di San Lorenzo.

All'incontro, dopo gli interventi di mons. Fausto Sciurpa, direttore dell'Ufficio diocesano per i Problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, e di mons. Elio Bromuri, vicario episcopale per la cultura e direttore de «La Voce», che curerà l'introduzione al messaggio del Papa, è prevista la testimonianza di Mouaffak Dougmann, cittadino siriano, presentato da Michele Bilancia, alla quale seguiranno altre testimonianze.

L'incontro è promosso dagli Uffici diocesani per i Problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace e per l'Ecumenismo e il dialogo interreligioso, dalla Caritas diocesana, dal Movimento ecclesiale di impegno culturale, dall'Istituto Giancarlo Conestabile della Staffa, dal Movimento dei Focolari e dall'associazione "Amici de «La Voce»".

Mons. Bromuri, nell'"anticipare" alcune considerazioni sul testo del messaggio del Santo Padre, ricorda che «quella che si celebra quest'anno è la 48a Giornata Mondiale della Pace, che è stata vissuta in forme diverse, con preghiere e riflessioni, in tutti questi anni affrontando i temi sviluppati nei messaggi che i Pontefici hanno inviato al mondo a partire dall'inventore di questa tradizione, Paolo VI, nel 1968».

«Scorrendo gli argomenti trattati anno dopo anno – evidenzia mons. Bromuri – si può scoprire la ricchezza di pensiero e lo slancio emotivo dei testi legati alle situazioni contingenti dell'attuale storia umana e illuminati dal pensiero sociale della Chiesa cattolica. In questo si può dire che essa fa da madre e maestra per l'intera umanità di cui ha cura costante: una Chiesa inserita nelle vicende del mondo e partecipe delle gioie e delle sofferenze delle persone a qualsiasi nazione e religione appartengano. Su questa linea il messaggio di quest'anno 2015 di papa Francesco intitolato "Non più schiavi, ma fratelli", nel quale descrive alcune situazioni di schiavitù quali "i lavoratori e lavoratrici, anche minori, asserviti" in molte e varie situazioni, a "molti migranti", a "persone costrette a prostituirsi", persone oggetto di "traffico o mercimonio per espianto di organi", persone "rapite da gruppi terroristici" e altro».

«Dopo la denuncia Papa Francesco indica le cause e i rimedi possibili – commenta il vicario episcopale per la cultura – chiamando in causa i governi, le organizzazioni internazionale e la coscienza collettiva dei popoli, assegnando compiti specifici ai cristiani. Il Papa termina il massaggio evocando la "globalizzazione della fraternità, non la schiavitù né l'indifferenza"».

«In Umbria, per la sua storia e lo "spirito" che la caratterizza – conclude mons. Bromuri – vi sono ragioni in più per lottare contro la schiavitù e fare della pace non solo una bandiera o una marcia, ma uno stile di vita».


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