(ASI) Perugia. Nella cattedrale di San Lorenzo in Perugia, il 31 dicembre pomeriggio, come è tradizione, il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti ha presieduto la celebrazione del Te Deum di ringraziamento. Nell'omelia, dai contenuti anche sociali, il porporato ha tracciato un "bilancio" dell'anno 2014, evidenziando il significato teologico del canto del Te Deum, che esprime «al Signore la nostra lode, la nostra gratitudine ed il ringraziamento per l'anno trascorso. Certo, non solo è doveroso ringraziare alla fine di un anno attraverso il canto del Te Deum», ha detto il cardinale ricordando le parole di sant'Agostino: "noi cantiamo anche ogni giorno, ogni momento. Ora l'alleluia dell'esilio, per poi cantare domani l'alleluia della patria.
Del resto, tutte le feste natalizie sono inondate di canti. Certamente sono canti tradizionali, che risuonano nelle chiese, ma anche canti che ci vengono da molto lontano e dalle pagine evangeliche. San Luca, l'evangelista della Spirito Santo, della preghiera e della gioia, è anche l'evangelista del canto. Sopra la grotta di Betlemme, la schiera degli angeli cantava: "Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini, che egli ama". Anche nella nostra Chiesa vogliamo dar lode al Signore per le tante grazie ricevute. Proprio all'inizio di quest'anno la mia vita, come quella della Chiesa perusino-pievese, è stata segnata dalla scelta di papa Francesco di associare la mia povera persona al Collegio Cardinalizio nel Concistoro del 22 febbraio scorso. E' stato un evento di grazia, che pone però a me e alla nostra Chiesa delle responsabilità nuove. Un ulteriore segno di affetto e di benevolenza di papa Francesco verso la nostra Diocesi, è stata la nomina, il 30 maggio, di mons. Paolo Giulietti a vescovo ausiliare di Perugia-Città della Pieve. Egli, con la pienezza del sacerdozio ministeriale, può ora svolgere una missione sempre più intensa a servizio della nostra comunità. Il 28 giugno, inoltre, ho potuto ordinare tre nuovi sacerdoti, che ora sono impegnati a servizio del popolo di Dio. E' una grande grazia per le vocazioni in un periodo di crisi; basti pensare anche agli otto nuovi alunni che sono entrati ad ottobre nel Seminario regionale di Assisi per il corso propedeutico. Per tutto questo grazie Signore!».
Il cardinale ha ricordato anche i «segni di grazia e di speranza» giunti nel 2014 attraverso «le realizzazioni nel campo della Carità con l'apertura a Perugia del Centro-Villaggio "Sorella Provvidenza", dove è stato aperto, lo scorso settembre, un "emporio" fornito di generi di prima necessità a disposizione di più di 300 famiglie in necessità. Mentre, ad ottobre, è stata inaugurata, in Kosovo, la Casa di Accoglienza delle Caritas dell'Umbria. Continua anche nella sua attività il "Fondo di Solidarietà" delle Chiese umbre a favore delle famiglie provate dalla crisi economica, che per tutto il 2014, non ha smesso di mettere a dura prova molte aziende e attività commerciali. Anche per questo "Fondo" faccio appello alla generosità dei perugini».
Il cardinale Bassetti non si è sottratto dal ricordare le «dure prove», che «non sono mancate anche nella nostra realtà ecclesiale e sociale» durante il 2014. «Numerose situazioni di sofferenza sono sfociate, purtroppo – ha detto il presule –, anche nella tragedia: alcune persone, anche giovani, si sono tolte la vita e diversi lutti anche fra il Clero. Momento di grande sofferenza è stata la morte del nostro seminarista Giampiero Morettini; una morte santa, per come questo giovane, con il sorriso sulle labbra, ha saputo affrontare la sofferenza». Poi il pensiero del cardinale è andato alla città di Perugia, che nelle ultime settimane del 2014 «è stata coinvolta in vaste indagini giudiziarie con arresti e sequestri di beni, che si pensa legati alla malavita organizzata. Non siamo più un'isola felice, ormai la delinquenza spadroneggia ovunque e si insinua negli affari e nei commerci. Sembra una piovra e se non stiamo attenti - lo dico con la responsabilità di Pastore - rischia di stritolare l'intera società. Difronte a simili eventi noi continuiamo a confidare nella misericordia di Dio, perché ci dona la forza e il coraggio di ritrovare la strada della sana convivenza civile e della solidarietà umana».
«Dinanzi a tutte le tragedie, che anche quest'anno sono successe nel mondo e che non sto a sottolineare, verrebbe da domandarci – ha detto il cardinale –: è giusto cantare o sederci in pianto come gli esuli di Babilonia? Come cantare i canti del Signore in questa nostra terra piena di lacrime e di violenza? A dire la verità, il primo canto di Natale non sale dalle terra, ma scende dal cielo: gli angeli cantavano: "Gloria a Dio e pace agli uomini!". Questa è la nostra certezza: nel Natale, Dio è venuto incontro all'uomo, ad ogni uomo. E se Dio è con noi ed è per noi, chi potrà essere contro di noi? Se ci ha donato il Figlio, in Lui non ci donerà tutto?».
Avviandosi alla conclusione, il cardinale Bassetti ha ricordato che «è proprio il canto ad esprimere l'atteggiamento più vero della vita del cristiano. E con il nostro Te Deum vogliamo ringraziare Dio per la vita e le cose buone di quest'anno; ma ancor più vogliamo ringraziarlo per l'amore che ci è stato dato senza misura, nonostante i nostri peccati. Amore che si è manifestato in mille modi e in mille occasioni. Possiate anche voi, come la Vergine Madre, dopo aver ascoltato e meditato la Parole di Dio, aprirvi alla lode e al ringraziamento».