DSC 0327Mons. Boccardo: «Anche Dio è terremotato: non ha più “casa”, soffre con noi, condivide con noi la precarietà, ma siamo certi che non ci abbandonerà»

(ASI) Norcia. Continua la conta dei danni ai beni di proprietà dell’archidiocesi di Spoleto-Norcia causati dal violento terremoto che dal 24 agosto scorso sta interessando Marche, Lazio e Umbria. Le zone più danneggiate della Chiesa che ha dato i natali ai Santi Benedetto, Ponziano, Rita e Chiara della Croce sono quelle dei Comuni di Norcia e Preci, dove c’è più neanche una chiesa agibile per celebrare la Messa. È notizia di oggi lunedì 29 agosto che l’Abbazia di S. Eutizio (la chiesa era già stata chiusa mercoledì scorso) deve essere sgomberata perché il campanile e l’attiguo cimitero sono seriamente danneggiati e nuove scosse potrebbero far temere il peggio, ossia il crollo. Le uniche stanze sicure che potranno essere usate sono le prime sulla sinistra entrando in Abbazia. Lesioni a chiese e case canoniche pure a Cascia, Poggiodomo, Monteleone di Spoleto, Cerreto di Spoleto, Sellano, Vallo di Nera, S. Anatolia di Narco, Scheggino. Si registrano danni anche a Spoleto e addirittura a Bevagna. Gli uffici della Curia Arcivescovile stanno continuando i sopralluoghi sul territorio e hanno chiesto a tutti i parroci di segnalare eventuali danni. Intanto la Diocesi ha indicato alla Regione e alla Sovrintendenza mons. Giampiero Ceccarelli, cancelliere arcivescovile e direttore dell’ufficio per i beni culturali ed ecclesiastici, quale referente del terremoto.

Oltre ai sopralluoghi e alle pratiche da avviare insieme alla Soprintendenza per la messa in sicurezza del vasto e prezioso patrimonio culturale ecclesiastico, la Chiesa di Spoleto-Norcia è fin dal primo giorno del sisma impegnata nel processo di “ricostruzione” delle persone di Norcia e dintorni. Infatti, oltre all’urgenza di una nuova casa e di una chiesa dove poter pregare, hanno bisogno di essere ascoltati, abbracciati, incoraggiati. In modo particolare gli anziani e gli adulti che, dopo il 1979 e il 1997, hanno visto nuovamente spazzare via in pochi secondi le fatiche di una vita e la rassegnazione emerge chiara dai loro volti. E nel pomeriggio di domenica 28 agosto l’Arcivescovo ha celebrato la Messa al campo sportivo comunale di Norcia, alla presenza di oltre trecento fedeli. «È bello ritrovarsi insieme per ringraziare Dio che nella sua infinita provvidenza ha risparmiato vite umane in questa zona della Diocesi colpita dal terremoto», ha detto mons. Boccardo all’inizio dell’Eucaristia. Nel corso della Messa sono state avvertite tre scosse, di cui una di magnitudo 4.6 alle 17.49. Con il Presule hanno concelebrato: il parroco di Norcia don Marco Rufini, il priore dei monaci benedettini padre Cassian Folsom, il parroco dell’Abbazia di S. Eutizio e vicario episcopale per la formazione don Luciano Avenati, il vicario episcopale per l’amministrazione don Sem Fioretti, il parroco in solido di Baiano di Spoleto don Alessio Kononv, il collaboratore pastorale di Norcia don Salvatore Piga, il parroco emerito di Norcia don Antonio Diotallevi. Il servizio liturgico è stato curato da alcuni seminaristi della Diocesi, mentre i canti sono stati eseguiti dal coro parrocchiale. Presente il sindaco Nicola Alemanno e alcuni esponenti delle Forze dell’Ordine, tra cui il Comandante provinciale dei Carabinieri colonnello Cosimo Fiore. Nel corso della Messa sono state ricordate le vittime che il terremoto ha causato nelle comunità vicine di Amatrice, Accumuli, Arquata del Tronto, Pescara del Tronto. «Questa tragica esperienza che stiamo vivendo – ha detto l’Arcivescovo nell’omelia – ci deve insegnare a leggere in modo nuovo la nostra esistenza, caratterizzata dal moltiplicarsi di corse per ricercare visibilità, da affanni e da litigi. La scienza e la tecnologia ci hanno consegnato conquiste importanti, ma non siamo però in grado di aggiungere neanche un minuto alla vita. Confrontandoci con questa calamità che ci ha sconvolto, e che ringraziando Dio nel nostro territorio non ha fatto vittime, siamo invitati a compiere un esame di coscienza, a mettere ordine nella nostra vita e capire bene per quali cose vale la pena affannarsi e preoccuparsi. I muri li ricostruiremo, ma è urgente riparare le ferite che portiamo dentro. Dio – ha proseguito mons. Boccardo – è stato solidale con noi. Anche lui non ha più casa: tutte le chiese, infatti, sono lesionate e il parroco in alcune vi si è recato, accompagnato naturalmente dai Vigili del Fuoco, per prelevare il Santissimo Sacramento e portarlo al sicuro. Pure Dio quindi è terremotato, soffre con noi, condivide con noi la precarietà, ma siamo certi che non ci abbandonerà». Significativa la presenza alla Messa di un gruppo di ragazzi della Pastorale giovanile della Diocesi, accompagnati dalla responsabile suor Anna Maria Lolli, saliti a Norcia per esprimere vicinanza e solidarietà ai loro coetanei con i quali hanno condiviso la bella esperienza della Giornata Mondiale della Gioventù a Cracovia. Al termine della celebrazione una signora si è avvicinata al Vescovo e gli ha detto: «Eccellenza, che “pecore” toste che ha, noi non ce andremo». E mons. Boccardo l’ha esortata ad impegnarsi a far sì che tutta la popolazione si dia la mano in questo momento perché – ha detto - «solo uniti e ancorandoci all’unica roccia che non vacillerà mai, Gesù, potremo guardare con speranza al domani». Prima di rientrare a Spoleto, l’Arcivescovo si è recato a far visita ad una famiglia di Campi di Norcia a cui il terremoto ha distrutto l’abitazione.


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