(UNWEB) Perugia. «Purtroppo anche questa giornata così bella di stupore natalizio è stata turbata da un raccapricciante eccidio. La notte scorsa, quando tutto il mondo salutava con gioia il nuovo anno, a Istanbul, l’odierna Costantinopoli, la festa in pochi attimi si è trasformata in terrore, violenza e spargimento di sangue. E’ stata colpita una città-simbolo e crocevia delle più importanti culture e religioni, ponte tra Oriente e Occidente. E’ l’ennesimo attacco per destabilizzare ulteriormente una regione dove i focolai di guerra non tendono a spegnersi».
Con queste parole pronunciate durante la celebrazione eucaristica del Veni Creator, il pomeriggio del 1° gennaio nella cattedrale di San Lorenzo in Perugia, il cardinale Gualtiero Bassetti ha richiamato i fedeli su quanto è accaduto in Turchia. «Ci uniamo al cordoglio di papa Francesco espresso al popolo turco questa mattina, all’Angerlus in Piazza San Pietro – ha proseguito il porporato –, e alle sue preghiere per le numerose vittime e feriti e perché “tutti gli uomini di buona volontà - ha detto il Papa – si adoperino ad affrontare la piaga del terrorismo e questa macchia di sangue che avvolge il mondo con un’ombra di paura e di smarrimento”. Siamo vicini al Patriarca ecumenico di Costantinopoli, Sua Santità Bartolomeo I, che insieme a noi ha pregato in questa cattedrale per la pace nel mondo, lo scorso 19 settembre. E’ stata una giornata memorabile per la città di Perugia nell’ospitate il massimo rappresentante del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli. Ricordo il suo invito rivolto a noi vescovi dell’Umbria a visitare Istanbul per rinsaldare ancor più i nostri legami di amicizia all’insegna dell’unità dei cristiani. “Poiché non vi può essere pace senza amore - ci disse Bartolomeo I -, ecco che il nostro incontro con voi è testimone di quell’amore che lega la Chiesa di Costantinopoli alla Chiesa di Perugia. Ogni comunità cristiana, fedele all’insegnamento del suo Maestro, è un luogo di amore in cui i fratelli si trovano per pregare e per spezzare il Pane insieme”».
«In segno di continuità con lo spirito di comunione tra Chiese sorelle, in questo giorno in cui celebriamo Maria Santissima Madre di Dio e la 50a Giornata Mondiale della Pace – ha detto il cardinale –, eleviamo alla Beata Vergine delle Grazie della nostra cattedrale la preghiera affinché tutte le religioni possano essere sempre costruttori di pace per il bene dell’umanità intera. E’ papa Francesco a chiederlo attraverso il suo messaggio per questa 50a Giornata della Pace dedicata alla “non violenza”. Francesco definisce il moltiplicarsi di focolai di odio e violenze, come quello della notte scorsa a Istanbul, una “terza guerra mondiale a pezzi”, esortando quanti hanno responsabilità di governo a fare tutto il necessario affinché la “non violenza” diventi uno «stile politico» per realizzare la pace, iniziando dal contrastare il traffico illegale di armi che è causa di non pochi conflitti nel mondo».
Il presule, nell’omelia, ha ricordato che «ogni volto in cui ci imbattiamo, è sempre un messaggio, ed il volto di Dio è un volto di padre, un volto di amore, un volto di pace. Così dovrebbe essere per ogni creatura. Iniziare il nuovo anno sotto il volto di un Bambino appena nato, e sotto il volto di una Madre, che gioisce per il dono della maternità, è quanto di più confortante possa giungere al nostro cuore. In una società che ci spinge sempre più verso l’indifferenza e l’anonimato, dovremmo impegnarci a contemplare di più i volti che incontriamo. Solo allora saremmo capaci di conoscere veramente l’altro. Solo allora attorno a noi vedremmo volti da guardare, da rispettare e da amare. Ciascuno di noi porta negli occhi il mistero della propria anima e della propria vita».
Il cardinale ha poi toccato i «due temi fondamentali» ai quali «per noi cristiani» è legato il primo giorno dell’anno: la Maternità di Maria e la Giornata Mondiale della Pace. «Alla Madonna – ha ricordato il porporato – affidiamo la nostra vita! Fin dall’inizio del nuovo anno ci assista come ha assistito Gesù fin dai suoi primi istanti della vita. Ci insegni a non sciupare i nostro giorni, ma a saperli valorizzare per noi e per gli altri».
Riguardo alla 50a Giornata Mondiale della Pace, il cardinale Bassetti ha presentato il messaggio di papa Francesco, ricordando ai fedeli che questa Giornata, voluta mezzo secolo fa dal beato Paolo VI, evidenzia quanto ancora oggi «i diritti e la dignità della persona umana sono in tanti Paesi completamente ignorati e infranti». Questa Giornata, ha aggiunto il presule, «ci ricorda che se vogliamo coltivare la pace dobbiamo rispettare e custodire il Creato che ci circonda. Papa Francesco nel suo messaggio si sofferma sulla “non violenza come stile di una politica di pace”. Parla di un mondo frantumato dall’odio e dalle guerre che provocano enormi sofferenze di cui siamo ben consapevoli. Guerre in diversi Paesi e continenti, terrorismo, criminalità, abusi subiti dai migranti, dalle vittime della tratta e dai bambini, devastazioni dell’ambiente...».
Avviandosi alla conclusione, facendo proprie le parole di papa Francesco, il cardinale Bassetti sottolinea che «tutti desideriamo la pace; tante persone la costruiscono ogni giorno con piccoli gesti e molti soffrono e sopportano pazientemente la fatica di tanti tentativi per costruirla. Niente è impossibile se ci rivolgiamo a Dio nella preghiera. Tutti possiamo essere artigiani di pace».