Giovedì 16 febbraio, alle 21, al Teatro della Filarmonica di Corciano, in Mumble Mumble confessioni di un orfano d’arte, Emanuele Salce racconta con ironia le vicende di due funerali e mezzo.
(UNWEB) Corciano. La storia inizia in una piovosa alba di dicembre quando, rientrato da una nottata di alcool e di bagordi, Emanuele viene investito da una torrenziale segreteria telefonica, che lo avvisa, a più voci, della morte di Luciano Salce. Quel figlio ha appena ventidue anni ed è la prima volta che un lutto primario lo colpisce d’improvviso alla schiena. La scena che segue è comicamente italiana, ambientata nella casa dove l’Artista si è da poco spento, tra amici di famiglia, becchini e para-parenti che si condolgono con l’unico orfano, presente e confuso dinanzi alla parata della morte. Ed è tutto molto ridicolo, come la morte in verità è, qualora la si voglia raccontare per filo e per segno. Come sarà epicamente, buffamente solenne l’uscita di scena del padre-mattatore.
E’ estate piena e per l’occasione, attorno alla salma di Vittorio Gassman, si accalca una folla di colleghi e di comprimari, di politici e di prelati, tutti a sommergere, quasi a tacerlo, il naturale patimento di moglie e figli. In quell’appartamento al centro di Roma il Potere e le Arti, autentiche o meno che fossero, andranno a braccetto per un intero pomeriggio di esibito dolore, litigandosi il primato del Congedo, l’estremo saluto all’Attore.
E così, di ricordo in ricordo, sorvolando storie e personaggi con la sicurezza di un equilibrista che saltelli sul filo di una ironia sublime, l’Orfano di due Padri rivive i momenti più grotteschi dei due funerali, dove si inseguono personaggi improbabili o bizzarri, Carneadi o celeberrimi, falsamente eloquenti o clamorosamente grotteschi. Un carosello surreale di sacro e di profano, dove si è morti e dove si muore dal ridere. Uno spaccato di vizi e virtù del nostro paese che Emanuele Salce rende allo spettatore con quella maestria, in parte ereditata e in parte reinventata per sopravvivere, comunque provocatoria, alta e bassa, fulminea e immota. A fare da contraltare in scena lo spettatore-regista Paolo Giommarelli, ora complice, ora provocatore della confessione. Un paradossale autodafé laico con un finale catartico, che ci libera dai demoni e dagli angeli della nostra immaginazione, con due attori bravissimi nel loro inesausto spalleggiarsi e con un pubblico travolto dallo stupore, dal divertimento, dal grande stile. E in nome di Luciano Salce e di Vittorio Gassman, vengono richiamati versi e prose di Francesco Petrarca e di Achille Campanile, la Poesia e il Sarcasmo italiani, fino al racconto che chiude lo spettacolo, dell’incontro tra una seducente giovane australiana e il nostro protagonista. Mumble mumble non annoia nemmeno per un secondo, e mai tradisce la più sfolgorante tradizione della commedia in cui morte e vita, per decenni, hanno coabitato, con vista sul mondo, sulla bellezza, sull’eleganza d’autore.
Si può prenotare telefonicamente, al Botteghino Telefonico Regionale 075/57542222, tutti i giorni feriali, dalle 16 alle 20. I biglietti prenotati vanno ritirati mezz’ora prima dello spettacolo, altrimenti vengono rimessi in vendita.
E’ possibile acquistare i biglietti anche on-line sul sito del Teatro Stabile dell’Umbria www.teatrostabile.umbria.it.