spoleto 3(UNWEB) Spoleto. “Questa mostra, nei locali della Rocca degli Albornoz, ci rimanda ad un sentimento di forza, di un’Umbria che con tenacia vuole ripartire e ci dice che questa terra sta in piedi.

E le opere che qui sono ospitate ci raccontano dello straordinario lavoro di messa in sicurezza realizzato dalle donne e dagli uomini del sistema di protezione civile, dei Carabinieri, dei Vigili del fuoco, di tanti volontari, e delle strutture del Ministero dei Beni culturali e delle Soprintendenze. Un lavoro che ha permesso di recuperare oltre 4000 opere che oggi sono custodite nella struttura della Regione, a Santo Chiodo di Spoleto”. È quanto affermato dalla presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, nel corso del suo intervento alla cerimonia di inaugurazione della mostra “Ospiti in Rocca”, allestita nella sale del Museo nazionale del Ducato di Spoleto, che ospita una prima raccolta di opere provenienti dai territori delle Marche, Lazio e Umbria, colpiti dagli eventi sismici. La presidente Marini era accompagnata - tra gli altri - dall’assessore regionale alla Cultura, Fernanda Cecchini, che ha voluto sottolineare il fatto che “la mostra rappresenta anche una testimonianza di solidarietà tra i territori che sono stati accomunati da un evento così doloroso”.
A questo eventi ne seguirà un altro, ben più ampio per numero di opere che ospiterà, che sarà inaugurato il prossimo 7 aprile, dal titolo “Tesori della Valnerina”.
La mostra è stata fortemente voluta dalla Regione Umbria “perché dopo la grande solidarietà che abbiamo ricevuto nei difficili giorni degli eventi sismici, ora vorremmo che, con altrettanta solidarietà, tornassero i turisti nella nostra regione. Il patrimonio artistico e monumentale - ha aggiunto Marini - è l’altro grande ferito di questi terremoti. L’impegno di tutti, dallo Stato alle Regioni interessate, ai Sindaci, alla Protezione civile nazionale e regionale, del Commissario straordinario, è di lavorare parallelamente per ultimare gli interventi e garantire ai cittadini una confortevole condizione residenziale e per avviare la ricostruzione privata e pubblica delle case e delle attività economiche, ma anche quella di tutto il patrimonio artistico, monumentale e religioso danneggiato dal sisma”.
“Dobbiamo recuperare e restaurare questo patrimonio - ha proseguito la presidente - perché esso rappresenta la nostra identità e la nostra storia. Vorrei, infine, rassicurare tutti circa il fatto che le opere ora custodite nel deposito di Santo Chiodo saranno ovviamente restituite e ricollocate, dopo gli interventi di restauro e ricostruzione, nei luoghi di provenienza”.


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