(ASI) - Milano. Claudio Montecucco, fotografo perugino con un bagaglio di esperienze artistiche in Italia e all’Estero, ha incontrato un gruppo di studenti universitari - alla Pinacoteca di Brera di Milano - per raccontargli la sua passione e per mostrargli alcune delle sue opere.

Cosa vorresti che i ragazzi portassero a casa da questo incontro?

Sono onorato per essere stato invitato dal professore Andrea Del Guercio all’Accademia di Brera, la più importante in Italia. Spero di trasmettere ai giovani un concetto fondamentale: l’arte non è la pittura o la fotografia, ma è un qualcosa di più complesso che nasce interiormente e che si esprime col tempo.

La fotografia si colloca a metà strada tra lavoro artistico e giornalismo. A quale filone ti senti di appartenere?

Parlare soltanto di fotografia è banale, l’argomento è vasto. Uno scatto è la tappa finale di un progetto avviato da mesi o addirittura da anni. La sfida è racchiudere in un’immagine tutto ciò che si prova.

Ieri c’è stata la chiusura della tua ultima esposizione a Montefalco. Che tipo di esperienza è stata?

Sono umbro e il museo San Francesco di Montefalco è molto significativo per me. Sono contento di aver esposto 80 lavori dal titolo “Io e te”. La mostra comprendeva tre progetti e 15 anni del mio lavoro.

Come è nata questa passione?

Ci vorrebbe molto tempo per raccontarlo. Ho iniziato con la pittura, poi ho subito l’attrazione della fotografia che mi ha permesso di esternare cose personali.

Vorresti cambiare il mondo con i tuoi scatti o preferisci cogliere gli aspetti della realtà che ti stimolano fantasie, emozioni o sensazioni?

Sono molto affascinato dalla fotografia del Novecento e dagli artisti francesi. Cerco di andare indietro nel tempo e di trasmettere il passato.

E il futuro?

Ho lavorato a Singapore e mi piacerebbe continuare a farlo sull’Asia. Il mio prossimo obiettivo è la Cina.

Angelica Cardoni - Agenzia Stampa Italia


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