DSC 2105(UMWEB) Perugia 1416 gioca d’anticipo e svela il suo Palio d'artista 2018. A realizzarlo Filippo Moroni, classe ’96, iscritto al terzo anno del corso di Pittura dell'Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia (Aba).

È lui il vincitore del concorso riservato agli studenti, indetto dall'associazione Perugia 1416 che ha messo in palio 500 euro per il primo classificato. Il drappo che verrà consegnato al rione vincitore delle tre competizioni “atletico-sportive” (Lancio del giavellotto, Mossa alla torre e Corsa al drappo) e del corteo storico, che si terranno dal 8 all'10 giugno prossimi, è stato presentato alla sala della Vaccara di Palazzo dei Priori, da Teresa Severini, presidente dell'Associazione e assessore alla Cultura, da Mario Rampini, presidente di Aba e David Orsini, membro del consiglio direttivo dell’Associazione Perugia 1416.
A decretare il vincitore è stata la giuria composta dal professor Paolo Belardi e dall’avvocato Domenico Ferrera (rispettivamente direttore e direttore amministrativo di Aba), dal consigliere comunale Massimo Perari (in rappresentanza del sindaco Andrea Romizi), dal professor Stefano Mosena, referente del progetto per conto di Aba, e Sergio Occhilupo del Consiglio dei Maggiorenti di Perugia 1416. “Il connubio con l’Accademia, che tra l’altro è socio fondatore, e dall’ultima assemblea partecipa nel Consiglio direttivo con una sua rappresentante (la prof. Elisabetta Furin) – ha spiegato Teresa Severini -, fa sì che gli studenti si rendano partecipi. Devono studiare la storia del periodo riferita alla città, ai suoi monumenti. E nel senso dell’interpretazione della sfida devono concentrare più elementi: la città, i Rioni, la competizione. Certo, sarebbe più facile farlo fare ad un artista affermato, anche se poi sarebbe difficile sceglierne uno rispetto ad un altro, ma questo è un modo per coinvolgere i giovani, gli studenti - e non necessariamente italiani, come lo è stato nei palii precedenti - di avere il loro punto di vista. Si crea un dialogo con la città, appunto una partecipazione e una sinergia, che sono poi gli obiettivi della manifestazione per quella che è una festa della città. Quest’anno siamo molto soddisfatti, c’è stata molta partecipazione. La scelta non è stata facile, perché c’erano belle proposte, molto interessanti. Gli studenti dell’Accademia di Belle Arti esprimono un segno artistico che viene dalla loro formazione. C’è una interpretazione contemporanea, che è quello che vogliamo. Non vogliamo un finto antico, ma un segno attuale, forte, giovane. Una scelta che ci contraddistingue, dato che siamo una rievocazione recente. Altrimenti avremmo fatto come tutti gli altri”.
Largo quindi ai giovani, una scelta di cui va fiero anche il presidente Rampini: “L’idea della nostra Accademia – ha sottolineato - è stata quella di proiettare i nostri studenti sul territorio. Accanto alla didattica, specialmente in campo artistico, è importante che l’esperienza sia fatta sul campo. Siamo contenti di portare avanti, da qualche anno, questa iniziativa. Si tratta di unire, fare un ponte, tra storia e attualità. Un qualcosa che ci tiene legati alle nostre radici; per questo siamo fieri di portare avanti con entusiasmo il progetto, sostenendolo. Perugia 1416 è una festa della storia, dell’arte, della città, per cui oggi partecipo davvero con piacere”.
Soddisfatta è stata anche la giuria, che dopo aver esaminato tutte le opere in concorso, “ha valutato molto positivamente la numerosa partecipazione, la varietà artistica degli elaborati, ognuno con una idea progettuale ricca di interpretazioni legate alla città”.
Ha così dichiarato vincitore all’unanimità il progetto dello studente Filippo Moroni, di cui è stato molto apprezzata sia l’immagine che lo slogan “Costruisci con gli arnesi che hai, la vita migliore che puoi”. E il concept: “Bianco, blu, giallo, rosso, verde sono i colori distintivi dei Rioni perugini – spiega Filippo Moroni - e anche delle cinque corpose pennellate che si mescolano e si sovrappongono tra di loro, nel nome della coesione sociale e della sana competizione. Esse si stagliano su un fondo alternato di nero e amaranto tipico degli stendardi medievali. Due lance di colore turchese si incrociano prendendo in diagonale tutto lo spazio possibile innestandosi nei vuoti del colore. Sulla parte superiore dello stendardo una merlatura che evoca la parte più alta della torre medievale”.


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