(UMWEB) Spoleto. Dopo aver trionfato al Napoli Teatro Festival, SI NOTA ALL’IMBRUNIRE scritto e diretto da Lucia Calamaro, protagonista Silvio Orlando con Riccardo Goretti, Roberto Nobile, Alice Redini e Maria Laura Rondanini, arriva al Festival di Spoleto, giovedì 12 luglio alle 18 e venerdì 13 luglio alle 17,30, presso il Teatro Caio Melisso Spazio Carla Fendi.
Lo spettacolo, prodotto da Cardellino insieme al Teatro Stabile dell’Umbria, “ha trovato nella figura del padre – racconta la Calamaro - un interprete al tempo insperato e meraviglioso, Silvio Orlando, e trova le sue radici in una piaga, una maledizione, una patologia specifica del nostro tempo la "solitudine sociale". Silvio Orlando è un attore unico. Capace di scatenare per la sua resa assoluta al palco, le empatie di ogni spettatore, e con le sue corde squisitamente tragicomiche, di suscitare riquestionamenti, emozioni ed azioni nel suo pubblico.”.
I figli Alice, Riccardo e Maria sono arrivati la sera prima. Il fratello maggiore Roberto anche. Un fine settimana nella casa di campagna di Silvio, all’inizio del villaggio spopolato dove vive da solo da tre anni. Silvio ha acquisito, nella solitudine, un buon numero di manie, la più grave di tutte: non vuole più camminare. Non si vuole alzare. Vuole stare e vivere seduto il più possibile. E da solo. Si tratta, per i figli che finora non se ne erano preoccupati troppo, di decidere che fare, come occuparsene, come smuoverlo da questa posizione intristente e radicale. Emergono qua e là empatie e distanze tra due generazioni di fratelli. Rese dei conti, mutua noia ma nonostante tutto fratellanza come si può, per quel che vale, in generale meno, abbastanza meno di quello che ognuno vorrebbe. Vengono per la messa dei dieci anni dalla morte della madre... C’è da commemorare, da dire, da concertare discorsi. Certo è che, preda del suo isolamento, nella testa di Silvio si installa una certa confusione tra desideri e realtà, senza nessuno che lo smentisca nel quotidiano, la vita può essere esattamente come uno decide che sia. Fino a un certo punto.
“Ci piace pensare che gli spettatori - dice Calamaro - grazie a un potenziale smottamento dell’animo dovuto speriamo a questo spettacolo, magari la sera stessa all’uscita, o magari l’indomani, chiameranno di nuovo quel padre, quella madre, quel fratello, lontano parente o amico oramai isolatosi e lo andranno a trovare, per farlo uscire di casa. O per fargli solamente un po’ di compagnia.”