(UMWEB) Perugia. Si è svolta questa mattina, presso il Salone di Apollo di palazzo della Penna la conferenza stampa di chiusura dell’edizione 2018 di “Teatro in piazza”.
La manifestazione fu voluta nel 2015 dalla amministrazione comunale ed affidata per la direzione artistica a colui che 50 anni fa ne fu il principale artefice Giampiero Frondini, insieme al direttore dell’Azienda di Turismo Agozzino, che intravide il potenziale ritorno per la città da una iniziativa del genere, ed alla Compagnia della Fontemaggiore.
Ad illustrare i risultati della rassegna è stato proprio il direttore artistico Giampiero Frondini.
Si è conclusa – ha ricordato - dopo sei giorni consecutivi di programmazione e la presentazione di complessivi nove spettacoli la terza edizione del “Nuovo Teatro in Piazza di Perugia”.
Anche l’edizione di quest’anno ha raccolto consensi unanimi di pubblico e critica ed un risultato numerico complessivamente lusinghiero, se non addirittura straordinario, secondo gli organizzatori: circa 2500 presenze stimate con buona approssimazione e diversi casi di pubblico lasciato all’esterno di spazi a capienza ridotta.
Addirittura si può parlare di una crescita consistente dell’utenza se si considera che lo scorso anno, a parità di presenze registrate, le rappresentazioni serali presentate erano state ben dodici.
Tutti gli spettacoli, inoltre, sono stati dislocati in aree del centro storico cittadino periferiche e spesso all’oscuro dei riflettori, confermando la ricchezza di palcoscenici naturali impareggiabili di cui tutta l’acropoli può fregiarsi.
Insomma, si può ben dire che questo sia un progetto in divenire, possibilmente da estendere anche a soggetti che non hanno ancora potuto esserne parte (il Teatro Stabile, operatori teatrali esclusi per impegni pregressi, ecc.) e da cui l’intero movimento teatrale potrà in futuro solo trarre benefici in termini di crescita artistica e professionale.
Ciò però deve andare di pari passo con un riconoscimento della validità e dell’importanza di questa manifestazione: nell’anno in corso, infatti, la cultura su scala nazionale ha dovuto purtroppo subire nuovi sensibili tagli di bilancio che hanno avuto inevitabili ripercussioni sulla maggior parte degli eventi che beneficiano del contributo pubblico.
Si è, pertanto, determinato un ritardo non solo nella realizzazione del programma e nella relativa promozione, ma addirittura è stata messa a repentaglio la possibilità stessa di svolgere anche quest’anno la rassegna perugina.
Solo la coesione e la determinazione del team organizzativo oggi raccolto in una associazione attorno a Frondini e la collaborazione ai limiti del sacrificio personale dei tanti professionisti coinvolti (attori, compagnie, maestranze tecniche), senza voler trascurare o sottovalutare lo sforzo economico comunque sostenuto dall’Assessorato alla Cultura, hanno reso possibile un programma rimasto invariato nella durata rispetto alla edizione dello scorso anno, pur a fronte di un bilancio quasi dimezzato rispetto a quello della passata edizione.
Questo impegno corale e condiviso da tutti gli “attori” della rassegna, sia sul palco che dietro le quinte, deve essere letto in prospettiva come la precisa volontà di un gruppo di soggetti che rappresenta la maggioranza degli operatori teatrali cittadini di fare di questa manifestazione un momento di confronto, scambio e sperimentazione e, dunque, di investire su di essa, anche con il proprio lavoro e per un tempo determinato, nella misura in cui tale sforzo consenta di trovare sostegno certo e continuativo da parte delle istituzioni culturali ed economiche del territorio.
Non bisogna trascurare, al riguardo, che da una declinazione più chiara, puntuale e costruttiva di eventi come questo il centro storico, alla perenne ricerca di occasioni di rilancio e rivitalizzazione, potrà solo trarre giovamento, così come l’Azienda di Turismo di allora e molti autorevoli studi socio-economici di oggi hanno prefigurato.
Se e quando la pianificazione della manifestazione avverrà nei tempi richiesti e laddove potrà essere preceduta da fasi di avvicinamento e allestimento in grado anche di coinvolgere i residenti e gli operatori del commercio e dell’artigianato presenti in loco, addirittura si potrà tornare a vivere l’esperienza di eventi teatrali diffusi, come quelli per cui il Teatro in Piazza delle origini assurse a modello, entrando nelle cronache e nelle leggende nazionali.
In chiusura, rinnovando gli auspici per future edizioni del Nuovo Teatro in Piazza , va tributato un ringraziamento particolare, in ordine di apparizione, ad operatori e compagnie che hanno animato l’edizione 2018: Tetraktis Percussioni, Teatro Canguasto, Human Beings, Donati & Olesen, Elisa Di Rivombrosa, Occhisulmondo, Fontemaggiore, Teatro Di Sacco, Samuele Chiovoloni e Associazione Argo.
L’assessore Severini ha sottolineato che si parla di “Nuovo teatro in piazza”, in quanto l’iniziativa è in realtà nata oltre 50 anni fa, grazie ad un’idea di Giuseppe Agozzino che, rimasto affascinato dalle bellezze delle piazze e dei luoghi nascosti della città, ebbe l’idea di “non fare scene per uno spettacolo, ma spettacoli per le scene”.
Ed era questa, dunque, l’idea: non solo di fare un teatro all’aperto, ma di dar vita ad una forma particolare di teatro in grado di utilizzare i luoghi.
Alcuni anni fa, quindi, si è deciso di ridare vita a questa forma di teatro; un’iniziativa partita come una scommessa, ma presto diventata una certezza: chi già conosceva il teatro in piazza, infatti, è tornato a frequentarlo con entusiasmo, mentre chi non lo conosceva ha imparato subito ad apprezzare questo connubio tra i luoghi d’arte ed il teatro.
Quest’anno, con un crescendo notevole di pubblico (oltre 2500 presenze) e di successo, sono andati in scena ben 9 spettacoli (svoltisi al frontone, Campo Battaglia, Chiostro di Santa Maria Nuova, il post, porta Marzia, le officine Fratti, il tempio di San Michele Arcangelo) possibili grazie allo sforzo collettivo di tutti coloro che hanno collaborato, partendo dagli artisti e dai registi. Oggi, infatti, a differenza di 50 anni fa, l’organizzazione logistica è molto più complessa vista la presenza di tante normative da rispettare.
Resta lo spirito del teatro in piazza, nato come una forma di rappresentazione volta ad accorciare le distanze tra gli attori e gli spettatori, spesso loro stessi protagonisti della performance.
“Visto il successo ottenuto, siamo contenti di dire che il primo aiuto al nuovo teatro in piazza è arrivato dal Comune con i fondi per il titolo di capitale italiana della cultura, con cui si è cercato di far risorgere tutte quelle forme di espressione che si erano perse e che si auspica possano mantenersi salde nel futuro, partendo proprio dal teatro in piazza”.