Venerdì 2 Agosto, ore 20.45, Palazzo veneziano, Malborghetto V. (UD)
(UMWEB) Ventotto edizioni per una formula che sembra non perdere mai la sua vitalità ed il suo fascino: il Festival Carniarmonie continua ad incontrare il successo del pubblico che risponde all’offerta con consensi e numeri crescenti. Merito di detta formula, che alle proposte musicali, sempre originali, abbina sapientemente la riscoperta di luoghi della Carnia spesso al di fuori delle più frequentate rotte turistiche. Gioielli che si schiudono a suon di Musica. E, di questo vincente progetto che salda l’arte con la storia ed il paesaggio, UmbriaEnsemble è partner da diversi anni, ormai.
Una fertile collaborazione che si rinnova Venerdì 2 Agosto, con inizio dalle ore 20.45, a Malborghetto Valbruna - ridente Comune situato nell’estremo lembo nord orientale del territorio italiano, incuneato tra Austria e Slovenia – nelle Sale del Palazzo Veneziano, splendida residenza rinascimentale ed attuale sede della vita culturale del paese; paese che, stando agli archivi della sua storia, si riferiva tuttavia al nobile palazzo chiamandolo esclusivamente Haus. E’ evidente dunque che, a dispetto dell’ispirazione architettonica puramente italiana dell’edificio, l’area - che è stata fino a cento anni fa, ovvero fino alla fine della Grande Guerra, provincia dell’impero austro-ungarico - è un’ area di lingua e cultura tedesca. Ed il Concerto di UmbriaEnsemble (Luca Ranieri, viola; Matteo Andri, pianoforte), vuole appunto celebrare un aspetto di quella categoria dello spirito che si è incarnato in una stagione culturale, artistica e filosofica straordinaria: il Romanticismo tedesco.
Nel programma da Concerto con cui UmbriaEnsemble si esibisce al FestivalCarniarmonie, è riassunto l’intero arco del romanticismo tedesco: dalle brillanti geometrie mendelssohniane - fresche eredi di un classicismo ancora vivo quando, nel 1824 il genio di Mendelssohn appena quindicenne compose la Sonata in do minore per viola e pianoforte – fino alla Sonata in fa minore op. 120 n° 1 di Brahms, opera matura del grande amburghese, definito da Hugo Wolff l’”epigono di Schumann e di Mendelssohn”; si tratta di una Sonata malinconica e introversa, quattro tempi protesi verso l’esuberante finale Vivace che sembra volutamente concludere in perfetta circolare sintesi quel viaggio romantico, hegeliana fenomenologia dello spirito, che con la Sonata op. 70 di Schumann - bifora sonora nata per corno, una musica “superba, fresca, appassionata”, come scrisse la moglie Clara - completa con la sua onirica disinvoltura un’esperienza triadica che supera felicemente gli argini del pensiero, per farsi viva esperienza.
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