Una biografia dal grande valore umano con un forte significato politico e storico. L’Amministrazione annuncia la volontà di intitolare una sala del Palazzo al primo Presidente dell’Ente
(UNWEB) - Perugia, – Un atto d’amore che fa parlare la memoria del cuore, del tempo e della mente, ma anche un tributo di riconoscenza: così si può descrivere la biografia che ricostruisce l’esperienza umana e politica di Gino Scaramucci, il primo Presidente della Provincia di Perugia dal 1952 al 1964.
Il libro dal titolo “Gino Scaramucci (1904-1966) comunista, antifascista, amministratore”, edito dalla Futura Edizioni, è stato presentato ieri pomeriggio nella Sala del Consiglio provinciale, alla presenza del Consigliere Gino Emili, di Alba Scaramucci, già parlamentare e figlia di Gino, Daniela Mori, curatrice del volume, Alberto Stramaccioni, storico e docente dell’Università per Stranieri di Perugia, e Fabio Versiglioni di Futura Libri.
La ricerca storica compiuta dalla dottoressa Mori è basata su una consistente documentazione archivistica, per poi trattare a tutto tondo la complessa personalità di Gino Scaramucci, militante e dirigente del Partito Comunista Italiano, che per quasi quaranta anni ne è stato uno dei fondatori e costruttori, sia a livello nazionale, sia in quello umbro.
“Sono fiero di partecipare in qualità di delegato dal presidente Luciano Bacchetta - ha detto il consigliere provinciale Emili - a un incontro che ci consegna una conoscenza di elevato spessore, di un personaggio capace di lasciare segni importanti per la nostra società. Un uomo che è intervenuto per potenziare il sistema viario e ferroviario, l’edilizia scolastica ed, altresì, per migliorare le condizioni umane dei pazienti degli Ospedali psichiatrici, nonché quelle dei bambini ricoverati negli Istituti, anche istituendo Colonie marine sul litorale adriatico. Ha rafforzato la collaborazione tra le due Province umbre, per sollecitare la nascita dell’Ente Regione, come previsto dalla Costituzione. Ma ciò che più mi ha colpito è il suo inizio nel mondo del lavoro: emigrato come minatore all’estero, per fare un lavoro pericoloso e umile. Per tutte queste ragioni è desiderio dell’Amministrazione intitolare una Sala del Palazzo della Provincia alla memoria di Gino Scaramucci”.
Un incontro culturale piacevole e vivace arricchito dal ricordo portato dalla figlia Alba, importantissima per ricostruire la vita, le relazioni familiari, l’intensa attività politica del padre, ma anche dai numerosi interventi e testimonianze del pubblico presente.
“Questo volume – ha spiegato l’autrice, Daniela Mori – è un accurato lavoro di ricerca, un compito appassionante che mi ha fatto crescere culturalmente e affezionare in modo particolare al protagonista”.
Le conclusioni dell’iniziativa sono state affidate al professor Stramaccioni: “Questa biografia è un atto di grande valore umano ma che vuole anche assumere un forte significato politico e storico. Biografie come questa di Scaramucci contribuiscono a far capire cosa è effettivamente stato il Partito Comunista, ma soprattutto, al di là dei limiti e degli errori, quale importante contributo ha dato al progresso e alla modernizzazione della società italiana”.
Qualche notizia in più
Gino Scaramucci, antifascista, emigrato come minatore all’estero, nel 1927 è entrato direttamente nel Partito clandestino di Parigi, dove operava il Centro estero giovanile del Partito Comunista d’Italia, diretto da Luigi Longo.
Intensa la sua attività politica a Parigi e dal 1930 al 1932 ha frequentato la Scuola Leninista di Mosca. Arrestato a Verona dalla polizia fascista nel 1933, è stato condannato al confino a Ponza e a Ventotene, dove ha conosciuto, diventandone amico, Giorgio Amendola.
Dopo la caduta del fascismo è stato tra i primi quadri dirigenti comunisti a lavorare politicamente, da protagonista, anche nella sua terra umbra, per il rafforzamento dell’organizzazione del Partito e per una rinascita economica, sociale e culturale.
Dopo le prime elezioni per il Consiglio provinciale di Perugia è stato eletto Presidente della Giunta Provinciale, dove ha operato fino al 1964. Proprio per la sua formazione ha conferito all’impegno di amministratore pubblico una forte connotazione politica, segnalandosi per le molte iniziative nel campo economico e sociale.