(UNWEB) Ad Umberto Calzoni (1881-1959), a centoventi anni dalla nascita, saranno dedicate visite guidate in programma al Museo archeologico nazionale dell’Umbria (p.zza Giordano Bruno,10, Perugia) e al Laboratorio di restauro dell’Ipogeo dei Volumni (via Assisana, 53, Ponte San Giovanni, Perugia) dove sono in restauro i materiali etrusco-romani di Grotta Lattaia.
Avvocato, appassionato di archeologia, direttore dei musei civici di Perugia dal 1925 al 1958, Calzoni riordinò l’inventario e l’allestimento dei materiali provenienti dalle raccolte di nobili famiglie perugine e dagli scavi da lui condotti soprattutto sulla montagna di Cetona, in Toscana. Una lapide lo ricorda al MANU.
Le visite guidate, a tema, saranno effettuate su prenotazione chiamando lo 075 397969 (Ipogeo dei Volumni) e lo 075 5727141 (MANU). È obbligatorio il Green Pass secondo disposizione di legge. Di seguito giorni e orari:
La stipe votiva (complesso di oggetti votivi) di Grotta Lattaia
Visita guidata, a cura di Maria Angela Turchetti (direttrice del MANU, dell’Ipogeo dei Volumni e della Necropoli del Palazzone), Elisa Laschi, Nadia Barbi al Laboratorio di restauro dell’Ipogeo dei Volumni il 30 dicembre 2021, alle ore 16,30, e il 15 gennaio 2022, alle ore 10,30.
Gli scavi di Cetona
Visita guidata al Museo archeologico nazionale dell’Umbria a cura di Silvia Casciarri (direttrice del Museo archeologico nazionale di Spoleto e Teatro romano e del sito archeologico di Carsulae) il 7 gennaio 2022, alle ore 17,30.
A Grotta Lattaia, sul versante orientale del Monte Cetona, Calzoni praticò uno scavo archeologico tra 1939 e 1940 rinvenendo un cospicuo deposito di materiali votivi ubicato a breve distanza dall’ingresso della grotta, in una cavità scavata a pozzetto. Furono rinvenuti vasi miniaturistici, numerosi unguentari a corpo fusiforme, votivi anatomici rappresentati da piedi e da modelli di mammelle. Interessanti frammenti sono riferibili a statue in terracotta in grandezza di poco inferiore al vero e numerosi sono i bambini in fasce o raffigurati seduti, vestiti di una tunica leggera, che orientano per ipotizzare un culto della fertilità e a protezione della maternità. A questi aspetti è stato anche riconnessa la dea Minerva, documentata da alcuni frammenti, verosimilmente venerata come divinità protettrice delle nascite. Ulteriori reperti, monete, unguentari e lucerne sono stati trovati negli anni Sessanta del Novecento. Il materiale recuperato riguarda un periodo temporale molto vasto, dalla Protostoria all’Età moderna. Nonostante il rilevante interesse scientifico della stipe votiva, utile a comprendere culti della maternità e fertilità documentati nel centro Italia, ma legati a tematiche quali il puerperio, la gravidanza e l’allattamento e a credenze popolari ancora oggi attuali, solo nel 2021 si è affrontato il restauro di tutti i materiali conservati a Perugia e la loro inventariazione in vista di uno studio completo e sistematico.