Il Comune di Perugia sceglie ancora di celebrare la giornata dei defunti con la performance dell’artista Carlo Carnevali, dei musicisti Andrea Ceccomori e Giacomo Piermatti, dell’attrice Emanuela Faraglia
(ASI) Già lo scorso anno il Comune di Perugia scelse il progetto dell’artista umbro Carlo Carnevali per celebrare la giornata dei defunti. Una performance punteggiata d’arte, musica e poesia, concepita per un cimitero abbandonato, uno dei tanti disseminati sul territorio, nel quale ritrovare il senso di una commemorazione che non si esaurisce mai e solo nel ricordo, nella nostalgia, nelle convinzioni più o meno profonde dettate anche dalla fede. Per il 2015, sempre con il patrocinio del Comune capoluogo, è stato scelto il cimitero di Morleschio quale contesto per ‘Pietas – che la terra ti sia lieve’, un’istallazione con musiche e voce narrante in concerto prevista a Mezzogiorno del prossimo 2 novembre. Per questo piccolo spazio dominato da edicole e tombe comuni, Carnevali ha concepito una vanga alta 4 metri. Un manufatto imponente, quasi troppo per le dimensioni del contesto ospitante, intenzionato ad amplificare il significato della sua funzione. La vanga, infatti, seppellisce e riporta all’esterno, nasconde e libera, fa sì che dalla morte possa rinascere la vita, in un ciclo infinito, come suggerisce il cerchio che completa l’attrezzo. E mentre lo sguardo non potrà non restare attratto dall’opera, l’attrice Emanuela Faraglia, personificazione dell’anima errante nei cimiteri dei morti senza nome, reciterà passaggi di William Shakespeare mentre il flauto di Andrea Ceccomori ed il contrabbasso di Giacomo Piermatti daranno enfasi alle suggestioni delle parole. “Il cimitero è il luogo della memoria, l’ultima dimora del corpo mortale abbandonato dall’anima destinata a proseguire il suo viaggio verso l’ultraterreno – spiega Carnevali – un luogo dove insieme al corpo si conserva il ricordo. Per l’alto valore simbolico, ricco di pathos e speranza, da secoli attribuito ai cimiteri – prosegue – ho pensato ad un evento capace anche di evidenziare le differenze fra i camposanti di città e grandi paesi, tutelati nell’aspetto paesaggistico, curati, con tombe prestigiose, fiori, luci perpetue e preghiere e quelli, come Morleschio, posti in luoghi isolati”. Proprio questi ultimi, sottolinea ancora Carnevali “mi suscitano una pena inquietante, perché in balia del dominio della vegetazione ed in stato di abbandono visto l’esiguo numero degli abitanti ed il disgregarsi delle famiglie che si spostano in altri luoghi”. L’intento dell’appuntamento, ovviamente, non è muovere critiche all’organizzazione ‘terrena’ di questi spazi, bensì, conclude l’artista, dedicare “un gesto simbolico a tutti coloro che vi riposano e che sono destinati all’oblio, per la scomparsa di coloro che ne perpetuavano la memoria. Per un brevissimo arco di tempo, sosteremo accanto ai loro resti mortali. Per rompere il silenzio dominante ed avvicinare la Vita alla Morte con la visione dell’Arte, con la musica e la lettura di versi e preghiere”.