(UNWEB) Spoleto, – Dopo quella di Imany la prossima grande voce attesa in Piazza Duomo è quella della cantante americana rivelazione Rhiannon Giddens, giovedì 6 luglio alle ore 21:30. La cantautrice, compositrice e polistrumentista statunitense ha vinto il Premio Pulitzer per la musica nel 2023 per l'opera Omar, due Grammy Award e una MacArthur "genius" grant.
In Piazza Duomo è accompagnata dal suo compagno d'arte e di vita Francesco Turrisi, e suona il suo inseparabile banjo. «Gli studiosi lo sanno, ovviamente. Il banjo è un cordofono di origini africane, creato da persone schiavizzate. Quando l'ho scoperto mi sono chiesta quante altre informazioni vengono divulgate in maniera non corretta» ha detto in un'intervista per La Lettura.
Nei suoi lavori di compositrice e interprete Giddens ripercorre la tradizione folk gaelica, americana, afroamericana, nativo americana e la loro influenza sulla musica europea e americana, dando vita a canzoni potenti che prendono di mira la discriminazione. Country, blues, jazz e gospel si mescolano nell'esplorazione delle vite di persone messe a tacere, dagli schiavi, alle vittime degli omicidi per i diritti civili degli anni Sessanta, agli adolescenti uccisi dalla polizia nelle strade dei centri urbani. Come Giddens, Turrisi viene da esperienze eterogenee ed è spalla perfetta, tra tamburelli assortiti di varia provenienza, pianoforte e fisarmonica, che suona con tocco molto originale. Vincitori ai Grammy 2022 nella categoria Best Folk Album, i due artisti interpretano a Spoleto una selezione dai loro album there is no Other e They're Calling Me Home.
Nata a Greensboro, nella Carolina del Nord, alla fine degli anni Settanta da padre europeo-americano e madre afro-nativo americana – sposati soltanto tre anni dopo la storica sentenza Loving v. Virginia che consentiva i matrimoni interraziali grazie all'abolizione delle leggi anti-miscegenazione – Giddens, dopo gli studi in canto lirico, ha frequentato la musica irish e imparato il fiddle da vecchi maestri afroamericani. «Sono mista». – afferma Giddens – «Mio padre è bianco, mia madre è nera. E ho imparato costantemente ad andare avanti e indietro tra un mondo e l'altro. E questo mi ha reso ciò che sono».