PSPF2PERUGIA – Al di là dei numeri, comunque da evidenziare a dimostrazione del grande successo ottenuto con la sua terza edizione appena terminata, il Perugia Social Photo Fest può archiviare "l'immenso lavoro fatto, grazie al quale dal 14 al 23 novembre è stato portato a Perugia un pubblico non solo di appassionati di fotografia ma soprattutto di esperti nelle relazioni di aiuto e questo qualifica il PSPF sempre più come luogo di confronto, di scambio di buone pratiche, di formazione".

Così per Antonello Turchetti, presidente dell'associazione 'LuceGrigia' organizzatrice del festival, questo si conferma come progetto unico ed originale, perché una manifestazione centrata sul ruolo sociale e terapeutico della fotografia che ha continuato a presentare al pubblico italiano ed internazionale progetti che si sviluppano nell'ambito della fotografia sociale e della fotografia terapeutica.
Tornando ai numeri: 1252 i biglietti staccati in 10 giorni di esposizioni (circa 300 solo l'ultimo giorno); oltre 500 presenze durante l'inaugurazione; 150 gli iscritti ai workshop; 635 presenze totali agli eventi organizzati tra incontri, laboratori, dibattiti, conferenze. Come ultimo dato si segnalano anche i 20 iscritti al primo workshop italiano intensivo formativo sulle tecniche di fototerapia con Judy Weiser, ormai grande amica del festival e considerata la massima esponente mondiale in questo ambito (iniziativa che rappresenta un'altra novità assoluta nel panorama nazionale ed organizzata dal 24 al 29 novembre come importante coda del festival). Per un totale di circa 2.600 presenze, ovviamente escluse le tantissime persone e personalità della fotografia invitate dal PSPF.
Con tutte le sue difficoltà, l'edizione 2014 è riuscita comunque anche quest'anno nell'intento di portare in città una moltitudine di umanità "resistente" e "resiliente" proveniente da molti paesi. Quelli coinvolti sono stati: Italia, Francia, Spagna, Slovenia, Usa, Israele, Turchia, Irlanda, Canada, Brasile, Lettonia, Portogallo. Il tema di quest'anno era infatti "Resisto", concetto su cui è ruotato tutto il PSPF. Una parola semplice ma di forte impatto che si basa sul concetto psico-sociale della "resilienza", vista come la capacità dell'uomo di affrontare le avversità della vita, di sopravvivere e ristrutturarsi, per poi superarle e uscirne rinforzato e trasformato, restando così pronto ad accogliere le opportunità positive.
Professionisti, artisti, operatori, terapeuti, fotografi si sono così mossi dentro al festival, lo hanno animato, utilizzato come strumento di confronto, di apporto, formazione. Il pubblico ha potuto visitare il PSPF delle mostre, delle installazioni e ha potuto partecipare ai tanti workshop (tutti hanno registrato il sold-out con lunghe liste di attesa), seminari o assistere a una performance. Tanta gente si è riconosciuta, re-incontrata, ha sviluppato progetti. Molti i visitatori che forse si sono sentiti meno soli, nell'esperienza di resistere che tutti li ha uniti.
La partecipazione infatti è stata importante quanto i contenuti. Il PSPF è oramai diventato pertanto un punto di riferimento per gli operatori del settore. Tanto da avviare una rete europea, un network internazionale dove far nascere progettualità e collaborazioni con l'obiettivo di creare un forte impatto sul piano sociale e culturale.
L'esposizione del festival e quindi di Perugia è stata in questi ultimi periodi così elevata che proprio nel capoluogo umbro e grazie alla spinta del Perugia Social Photo Fest è nato anche "NetFo" (network italiano fototerapia, fotografia terapeutica, fotografia sociale), un centro che punta alla creazione di una rete di professionisti che sono venuti a contatto con il PSPF, di un gruppo di incontro e riferimento per l'utilizzo della fotografia come strumento sociale e terapeutico.
La manifestazione perugina si è caratterizzata soprattutto per le sue mostre fotografiche (in totale erano 17 quelle allestite al Museo Civico Centro di Cultura Contemporanea Palazzo Penna), tra importanti lavori di fama internazionale (Sara Naomi Lewkowicz, Mandra Stella Cerrone, Camilla Urso e Ekin Bayurgil, Giovanni Cocco, L. D'Amore e F. Matarazzo, Fermaimmagine, Emer Gillespie, Mimi Foundation, Matej Peljhan, Irina Popova, Silvia Rotelli, Nadia Cianelli) e quelli scelti attraverso la "call for entry" tra 117 partecipanti provenienti da ogni angolo del mondo (Marika Delila Bertoni, Simone Cerio, Jay Sullivan, Myriam Meloni). Ad arricchire la parte espositiva anche "IORESISTO", progetto di arte sociale partecipata ideato dall'ass.ne 'LuceGrigia' che ha coinvolto i sostenitori del Perugia Social Photo Fest dell'edizione 2013 nella creazione di una mostra collettiva sul concetto della "resilienza" per unire il linguaggio fotografico e la scrittura. Il passo successivo, per quest'ultimo progetto, sarà ora quello della realizzazione di un catalogo.
Tra i numerosi appuntamenti che si sono tenuti in dieci giorni di festival, da segnalare quelli con il fotografo Alessandro Penso, vincitore del world press photo 2014, con Emergency che ha raccontato la propria esperienza anche attraverso foto "resilienti", e la conferenza internazionale "Experiencing Photography #3" incentrata su come usare le fotografie per migliorare il benessere e ridurre l'esclusione sociale.

Per info sul festival:
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www.perugiasocialphotofest.org
www.facebook.com/perugiasocialphotofest?fref=ts
www.twitter.com/PSPFest
www.youtube.com/channel/UCBGUg5XPipGrTIidBNqer-g


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