GiottoMusic Studios, Perugia, 29/31 Gennaio 2016
(ASI) La prima produzione discografica del 2016 firmata da UmbriaEnsemble farà molto parlare di sé. Inatteso quanto interessante per molti e diversi aspetti, il CD che UmbriaEnsemble andrà a registrare negli studi di GiottoMusic l'ultimo fine settimana di Gennaio, è un omaggio all' identità musicale dell’Umbria restituita nella sua totale frammentarietà di storie, culture ed influenze così differenti da campanile a campanile da far pensare ad un territorio decisamente più vasto di quello che l’Umbria invece è.
E’ la ricchezza della tradizione contadina umbra (si intenda: non popolare nell’accezione ormai globalizzata e dunque comune del termine) quella che “Donna , voja e fronna...” raccoglie ed interpreta. Interpreta cercando di restituirne l’anima immortale, quella che attraverso le sue figure e formule archetipiche parla ad ogni tempo; quella, dunque, che è l’anima contemporanea della tradizione musicale contadina umbra.
Con gli occhi, la mente ed il cuore di oggi UmbriaEnsemble interpreta un progetto di registrazione (e riappropriazione) della nostra tradizione musicale che è, insieme, un punto di vista sul ruolo e sulla figura della donna, la sua attitudine teatrale espressa nella“voja de comparì”come pure la fragilità dell’esistenza umana che la fa tremare come una “fronna”, una fronda.
Nato da un felice incontro tra la competenza dell’etnomusicologo e compositore PierGiuseppe Arcangeli, la voce di Lucilla Galeazzi, insuperata interprete della musica tradizionale italiana e l’esperienza di ricerca espressiva degli strumentisti di UmbriaEnsemble (Claudia Giottoli, flauto; Luca Ranieri, viola; M. Cecilia Berioli, violoncello; Leonora Baldelli, pianoforte), “Donna, voja e fronna...” propone una nutrita selezione di canti contadini, ciascuno legato ad un diverso territorio ed aspetto della vita umana e restituito nella sua originaria forza espressiva senza alcuna mediazione linguistica tonale. Al contrario, la contaminazione con l’attitudine aperta delle soluzioni linguistiche e timbrico della musica contemporanea, così come con l’improvvisazione, rendono l’operazione unica nel suo genere ed intrinsecamente fedele al suo gesto primitivo.
Perché, come scriveva Roberto Leydi, la musica di tradizione sollevata da incombenze storicistiche è sempre contemporanea.