Foto PacianoA TrasiMemo parte la seconda edizione del progetto “Arts&Crafts”, l'utilizzo dei saperi tradizionali per chi soffre di malattie mentali
(ASI) Paciano, – Il patrimonio culturale è e deve essere fruito dalla popolazione, compresa quella più fragile. Questo il senso del progetto “TrasiMemo Arts&Crafts” che, partito in sordina e in via sperimentale lo scorso anno presso la Banca della Memoria del Trasimeno, si appresta a vivere la sua seconda edizione.

La presentazione del progetto, rivolto ad un gruppo di 12 pazienti del Centro di salute mentale del Trasimeno, è avvenuta questa mattina a Palazzo Baldeschi di Paciano, sede di TrasiMemo e luogo in cui il progetto stesso viene attuato. Con “Arts&Crafts” l'impegno di TrasiMemo si estende dunque al campo del sociale, dimostrando come i patrimoni culturali possano incrociare e combinarsi positivamente con i difficili percorsi della salute mentale. Soggetti in condizioni di fragilità, in particolar modo schizofrenici, diventano non solo fruitori di uno spazio museale, ma vi entrano in dialogo restituendo quanto in esso vi hanno appreso e acquisito. Tutto ciò è possibile grazie alla specificità di TrasiMemo, museo sui generis, in quanto spazio di “attivazione delle memorie”, di riconoscimento e tutela dei patrimoni culturali di comunità, cassa di risonanza dei saperi artigianali del Trasimeno. Per la seconda volta dunque questo contenitore apre le sue porte a soggetti svantaggiati, dando loro la possibilità non solo di fruire del patrimonio culturale in esso conservato, ma anche di cimentarsi materialmente con i saperi artigianali, in particolar modo con il mestiere della tessitura, e acquisire della competenze che potrebbero essere spese nel mondo del lavoro. Insomma un bel progetto che fa camminare assieme patrimoni culturali e salute mentale e sul quale in questa seconda edizione crede anche la Regione Umbria che lo cofinanzia, insieme al Comune di Paciano e alla Cooperativa Frontiera Lavoro. Lo scorso anno sono stati cinque i soggetti coinvolti, nel periodo da aprile a giugno. Quest'anno, come detto, a partire dal 15 aprile, per cinque mesi, saranno impegnate dodici persone. Gli incontri hanno una cadenza settimanale, e si svolgono ogni venerdì mattina. Affiancati dagli operatori di Frontiera Lavoro e guidati dalla sapienza della tessitrice Monica Giacomelli potranno familiarizzare con la filiera della tessitura, fino alla realizzazione di prodotti che saranno sottoposti al giudizio del pubblico. Con questo progetto, è stato sottolineato questa mattina, si è voluto verificare la capacità di comunicazione di un museo e dei suoi spazi di studio attraverso il coinvolgimento di chi ha patologie mentali. Ne è scaturita a una grande e bella occasione per sperimentare un nuovo e proficuo dialogo e nuovi percorsi terapeutici che lasciano intravedere incoraggianti scenari di riabilitazione e guarigione.


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