(ASI) Perugia. Si tiene giovedì 12 maggio a partire dalle ore 17,30 nella Sala Sant’Anna a Perugia l’incontro organizzato nell’ambito degli appuntamenti di Perugia 1416 incontra la città. Il tema trattato è “Lo stato della Chiesa al tempo di Braccio. Braccio Fortebracci e Perugia: la storia nei documenti”, alla presenza, insieme all’Assessore Severini, del direttore dell’Archivio di Stato di Perugia Giovanna Giubbini e del Professore Alberto Maria Sartore.
La conferenza è il risultato di una pregnante ricerca archivistica, basata essenzialmente sullo studio sistematico delle Antiche Carte appartenenti all'Archivio Storico del Comune di Perugia, conservate presso l'Archivio di Stato, molte delle quali rappresentano testimonianze inedite sull’argomento.
Come, ad esempio, il documento del Catasto del Comune di Perugia, risalente al 1339, che testimonia la cittadinanza perugina della famiglia di Braccio. In quel documento, studiato dallo stesso prof. Sartore, il nonno di Braccio, Guidone di Oddo, cittadino perugino la cui residenza era in Porta Sant’Angelo nella Parrocchia di San Donato, dichiara di avere la sua casa di abitazione a Porta Sole nella Parrocchia di San Severo.
Nel corso dell’incontro di Giovedì si dà anche conto della ricca e tumultuosa storia della città in cui Braccio Fortebracci è stato il più illustre protagonista attraverso quattro argomenti principali.
Si parte dalla domanda “quale nobiltà ?”. La risposta in una disamina delle tre tipologie di casati magnatizi perugini nella seconda metà del Trecento e nell’individuazione di come queste famiglie, in base alle loro origini, si siano schierate o dalla parte del partito di Popolo, i Raspanti, o da quella del partito nobiliare, cioè i Beccherini.
I tragici eventi di fine secolo (1393) e la definitiva cacciata dei nobili dalla città vedranno quindi il succedersi ininterrotto delle brevi signorie, volute da un popolo ormai esausto delle fazioni: Biordo Michelotti, Gian Galeazzo Visconti, e Ladislao di Durazzo, sino a raggiungere il 1416 e la resa definitiva della città nelle mani del Fortebracci.
Il secondo argomento trattato è relativo agli “Otto anni di Signoria” e mette in evidenza i momenti salienti della Perugia sotto la guida del Fortebracci, seguendone i fatti della scomunica, la politica espansionistica e il nuovo governo cittadino fino all'incoronazione di principe di Capua. Infine, dopo la sconfitta dell'Aquila e la morte, si vedrà come nel 1432 i perugini gioiscono per il rientro delle spoglie in città. Un corteo funebre magnifico accompagna il feretro.
“Le opere pubbliche” sono il terzo argomento. Fra le tante fatte realizzare da Fortebracci si ricorda in particolare il rinnovamento di tutti gli arredi sacri della Cappella dei Priori, tutti eseguiti all'insegna del Magnifico Signore Braccio.
Con “la Vita di Corte: Feste e celebrazioni”, si mettono in evidenza, quindi, gli eventi salienti cittadini atti a celebrare la Signoria. Come ad esempio la “Festa di san Felice martire”, ricorrenza del 12 luglio, in cui si onora la vittoria sulla battaglia di Sant'Egidio. Colori araldici dei casati e la “scuola di guerra” dei nobili giovinetti a Perugia, chiude il capitolo sulla “Vita di Corte”. Ultimo argomento: “Il Chastello de Braccio a Perugia”, ripercorre la storia inedita dell'edificazione della magnifica e composita residenza di Braccio e dei suoi familiari, situata “in capo delle piazza”, che si conclude nel 1423 con la costruzione delle famose Logge.
Al termine si passerà a parlare de “L'eredità braccesca nel Quattrocento perugino” in cui spiccano le figure di Niccolò Piccinino, l'erede militare, e Braccio Baglioni, signore di Perugia col nome di Braccio II, erede dinastico e politico non solo del Fortebracci, ma di entrambe le fazioni cittadine che hanno travagliato il Trecento perugino.