(UNWEB) Perugia. Presentata stamani nella Sala Dessau di Palazzo Murena, sede del Rettorato, in una conferenza stampa internazionale, trasmessa in diretta streaming, la scoperta, di straordinario interesse scientifico, di impronte fossili di ominidi in Tanzania, pubblicata oggi sulla prestigiosa rivista eLIFE.
Lo studio è dei ricercatori della Scuola di Paleoantropologia dell’Università degli Studi di Perugia, coordinati dal dottor Marco Cherin, che ha operato in collaborazione con ricercatori di altre università italiane e con quella di Dar es Salam, l’Ateneo che segue le ricerche sul campo del Paese africano.
Il Magnifico Rettore Franco Moriconi ha espresso la soddisfazione sua e dell’Ateneo per la scoperta operata dai giovani ricercatori perugini. “Sono un’eccellenza non rara nella nostra Università generalista – ha sottolineato il prof. Moriconi – che dimostra l’impegno e la cura dei nostri docenti, oltre che nell’attività didattica, anche in quella di ricerca scientifica che più di ogni altra dà il senso ed esprime la vocazione universitaria”.
È poi intervenuto il prof. Massimiliano Barchi, Direttore del Dipartimento di Fisica e Geologia, di recente nomina. “Sono particolarmente orgoglioso di guidare questo Dipartimento che ha un amplissimo campo di ricerca, che va dallo studio delle particelle elementari a quello dell’universo”. Ha ricordato che proprio un anno fa i ricercatori nel campo delle fisica hanno presentato la scoperta delle onde gravitazionali, mentre oggi si parla di eccezionali studi di paleontologia.
Il dottor Angelo Barili, del Centro di Ateneo per i Musei Scientifici dell’Ateneo di Perugia (CAMS), ha portato la sua testimonianza di un’attività di ricerca portata avanti negli ultimi trent’anni in Tanzania. “Il lavoro di gruppo dei ricercatori perugini è iniziato anni fa – ha ricordato Barili - grazie all’impegno del prof. Roberto Rettori che ha incoraggiato la collaborazione tra il Dipartimento e il Cams”.
Il dottor Marco Cherin ha illustrato la ricerca svolta negli anni in Tanzania e i brillanti risultati ottenuti dal gruppo di studiosi che sono stati resi pubblici in contemporanea anche con una conferenza stampa, sempre oggi, nel Paese africano.
“Nella località della Tanzania settentrionale, Laetoli, abbiamo scoperto e studiato alcune piste di orme fossili impresse da australopitechi circa 3,7 milioni di anni fa – ha detto Cherin -. Si tratta delle orme ‘umane’ più antiche mai scoperte al mondo, nonché della più antica testimonianza di andatura perfettamente bipede tra i nostri antenati. Inoltre, lo studio delle impronte ha permesso di verificare la presenza di individui con dimensioni piuttosto variabili, il che fa pensare a un gruppo sociale composto da maschi, più grandi, e femmine, più piccole. Le orme di uno degli individui, in particolare, hanno portato a una stima di statura di circa 165 -170 centimetri, la più alta mai registrata al mondo per gli australopitechi, generalmente ritenuti creature minute, tra 110 e 130 centimetri”.
In chiusura per illustrare le tecniche utilizzate dai ricercatori è intervenuto il dottor Dawid A. Iurino, Sapienza Università di Roma, coautore dell’articolo.
La Scuola di Paleoantropologia dell’Università degli Studi di Perugia, nata nel 2011, è la prima e unica realtà italiana al lavoro nelle prestigiose località paleontologiche tanzaniane.