(ASI) . "Il rapporto economico e sociale presentato dall'Aur non lascia dubbi. L'Umbria paga un conto salato legato sicuramente alla tempesta finanziaria internazionale, ad una moneta rigida quale è l'euro, a problemi economici strutturali nazionali, ma anche ad una classe dirigente locale, in particolare politica, che non ha saputo costruire argini sufficienti e forti contro il dilagare della crisi".
E' quanto sottolinea il deputato 5stelle Filippo Gallinella all'indomani della presentazione dell'ultimo rapporto dell'Aur sullo stato dell'economia regionale. "I numeri snocciolati sono impietosi – aggiunge Gallinella – l'Umbria ha perso 11 punti di Pil tra il 2008 e il 2012 rispetto ai 7 persi dall'Italia. E' raddoppiato il numero delle famiglie povere, passate nel 2012 dal 5 all'11 per cento. E ancora bassi stipendi, bassa produttività del lavoro, dimensione troppo piccola delle aziende. Basta questo a evidenziare che c'è un ritardo anche locale da risolvere e superare".
La sfida per Gallinella è duplice, sia economica che politica: "Utilizzare al meglio i fondi europei è centrale, sostenere il tessuto economico che innova e si internazionalizza è un imperativo, spingere per una flessibilità della politica monetaria europea è indispensabile". Misure però, aggiunge il parlamentare umbro, necessarie ma non sufficienti.
"Tali misure – afferma Gallinella - produrranno effetti solo se la classe dirigente regionale passerà dalle promesse ai fatti. E' il caso, per esempio, della legge numero 3 del 2014 nata per favorire, attraverso il 'Banco della terra' di cui si è perso traccia, l'insediamento produttivo e occupazionale in agricoltura, una delle aree di eccellenza umbre su cui si dice di voler puntare per contrastare la crisi. Questa legge, approvata nella primavera scorsa, resta ancora inapplicata. Manca ancora il regolamento attuativo. Se non si passa dalle promesse ai fatti, la crisi continuerà a stringere nella morsa la nostra regione".