ColdilettiUmbria(UMWEB) 60 milioni di euro di pagamenti comunitari che le aziende agricole umbre debbono ancora ricevere, a cui vanno aggiunti oltre 7 milioni di euro bloccati per le assicurazioni contro le calamità naturali; circa 600 le domande per insediamento di giovani agricoltori e oltre 900 di aziende già operanti, che hanno richiesto finanziamenti per “investimenti”, da troppo tempo “in attesa di risposta”; milioni di euro di danni provocati dalla fauna selvatica alle aziende agricole. Coldiretti Umbria torna a denunciare con forza, dopo le tante iniziative e mobilitazioni nel corso degli ultimi anni e in particolare negli ultimi mesi, una situazione non più sostenibile per l’agricoltura regionale.


Non avere garanzie sui tempi di incasso dei contributi - ribadisce Coldiretti - rappresenta un grande elemento di penalizzazione per gli imprenditori, con ulteriore aggravio di costi e quindi contrazione del reddito aziendale, che colpisce tutti i comparti.
Parte degli aiuti del P.S.R. costituiscono, tra l’altro, il giusto e legittimo compenso che la politica comunitaria riconosce in virtù di impegni precisi presi dagli imprenditori, in merito alla salvaguardia del territorio, alla sicurezza alimentare e al benessere degli animali. Ma una burocrazia asfissiante - sottolinea Coldiretti - continua a bloccare risorse vitali per le aziende del territorio: per questo occorre “senza se e senza ma” arrivare ad un completo e rapido allineamento delle domande da liquidare e consentire anche a tanti giovani che scommettono nel comparto, di poter disporre di regole, risorse e tempi certi, per avviare le proprie imprese. Non da ultimo - conclude Coldiretti - il fronte dei danni provocati dalla fauna selvatica alle imprese: milioni di euro anch’essi ricadenti sulle spalle degli imprenditori, disponibili ad ogni sforzo, anche intervenendo direttamente, per arrivare ad un contenimento della specie più dannosa, ovvero quella dei cinghiali. L’obiettivo dell’attività agricola infatti - come gli agricoltori hanno affermato anche nell’ultima mobilitazione della Coldiretti lo scorso luglio a Perugia - è quello di fare impresa producendo per i cittadini e non per gli animali selvatici. Problemi anche qui che richiedono un cambio di marcia definitivo, modificando pure norme e regole che penalizzano da troppo tempo un settore vitale per l’economia umbra.


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