agricoltura-620x3501Per martedì 31 marzo, tre presidi promossi da Agrinsieme per dire no al provvedimento.  L'associazione di categoria: vogliamo portare la contrarietà agricoltori a livello nazionale

(ASI) Perugia– Agrinsieme ha promosso per martedì 31 marzo tre presidi a Roma per richiamare l'attenzione e protestare contro l'approvazione del decreto Imu sui terreni agricoli a cui parteciperà anche Confagricoltura Umbria. "Il voto favorevole alla Camera dei deputati – ha commentato Agrinsieme, coordinamento tra Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative italiane dell'agroalimentare – è un nuovo grave segnale di disattenzione per l'agricoltura italiana. Ribadiamo la nostra contrarietà al provvedimento e confidiamo nell'immediata costituzione del Tavolo sulla fiscalità in agricoltura, così come da emendamento approvato, per trovare soluzioni necessarie al settore all'interno di questo strumento".
"Questa decisione – sostiene Confagricoltura Umbria – ci impone di proseguire nella nostra mobilitazione promossa sull'intero territorio nazionale, per un provvedimento che gli agricoltori giudicano iniquo e gravemente dannoso".
"Bisogna portare ai massimi livelli istituzionali la mobilitazione – sostiene Agrinsieme – dopo le numerose iniziative che si sono svolte in Umbria e su tutto il territorio per esprimere la contrarietà degli agricoltori nei confronti di questa imposta".
Nel programma del 31 marzo sono, dunque, previsti tre presidi presso la Camera, il ministero dell'Economia e il ministero dell'Agricoltura, nonché incontri con ministri e parlamentari per discutere dei problemi del comparto, a partire proprio dalla necessità di mantenere aperto un tavolo che riveda in modo serio e coordinato il tema della fiscalità in agricoltura. "L'occasione – hanno aggiunto da Confagricoltura Umbria – vedrà impegnata l'organizzazione per protestare energicamente contro gli inaccettabili ritardi nel pagamento dei contributi comunitari alle imprese. Appare ipocrita lavorare sul credito agevolato alle imprese umbre quando lo Stato non rispetta gli impegni che ha sottoscritto con gli agricoltori, generando problemi di credito e costringendoli a ricorrevi. Chiedere alle imprese di essere competitive e mantenere posti di lavoro è una pretesa se chi lo chiede non fa la propria parte e al contrario crea aspettative alle quali puntualmente non dà risposte".


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