Zootecnia SuiniDalla delibera della Giunta Tesei per le 'Zone vulnerabili da Nitrati di origine agricola' buone notizie per gli agricoltori, i primi a rispettare l'ecosistema e a condividere le politiche ambientali sostenibili che puntino, come in questo caso, a ridurre l'accumulo di nitrati nelle acque sotterranee e superficiali

(UNWEB) PERUGIA – "Finalmente un approccio equilibrato nella politica ambientale regionale in tema di nitrati, dopo le scelte attuate con DGR 1237 dell' 11/12/2019 che, ancorché presentate come dovute, rischiavano di compromettere irrimediabilmente la sopravvivenza del settore zootecnico regionale": commenta così il presidente di Confagricoltura Umbria Fabio Rossi la delibera della Giunta Tesei in materia di 'Zone vulnerabili da nitrati di origine agricola' resa pubblica di recente.

"Gli agricoltori – commenta ancora Rossi – sono i primi che hanno a cuore il rispetto delle risorse naturali e a tale scopo sono pronti a condividere tutte quelle scelte di politica ambientale che, nel rispetto del sistema economico in cui operano, mirano alla salvaguardia delle componenti ambientali".

L'approccio alla regolamentazione in materia di ambiente è stato per troppo tempo, secondo i vertici di Confagricoltura Umbria, distante dal principio di sostenibilità, intesa in tutte le sue declinazioni compresa anche quella economica.

Tant'è, prosegue Rossi, "che la continua ricerca del principio di massima precauzione scevro da un'opportuna valutazione degli effetti reddituali e sociali, ha causato gravi ripercussioni in diversi comparti agricoli, con particolare riferimento a quello zootecnico, non tenendo nella dovuta considerazione i legittimi interessi degli imprenditori e senza, peraltro, risolvere le problematiche ambientali".

L'Assessore regionale all'agricoltura, Roberto Morroni, ha saputo ascoltare il grido di allarme degli agricoltori e si è impegnato ad affrontare con un nuovo metodo il tema della tutela e salvaguardia della preziosa risorsa idrica: a tale scopo ha avviato un percorso di confronto tra Uffici regionali, ARPA ed esperti delle Associazioni agricole.

Con DGR 117 del 26 febbraio scorso, la Giunta regionale ha precisato i termini di decorrenza del Programma di Azione delle aree Vulnerabili designate di recente fissandone l'applicazione dall'annata agraria 2020/2021, oltre che avviare un percorso di riesame delle stesse, alla luce di dati aggiornati; non escludendo, per le elaborazioni da espletare, il ricorso a enti specializzati a supporto delle strutture regionali coinvolte. Il necessario riesame delle aree soggette a vincolo deve tenere giustamente conto delle fonti azotate extragricole a partire da quelle di origine antropica.

L'attenzione di Confagricoltura Umbria rimane comunque alta: fermo restando il rispetto delle norme, si intende continuare a rappresentare un ruolo di confronto tecnico-sindacale nei confronti delle istituzioni affinché il coinvolgimento delle Associazioni di categoria, istituito con la suddetta delibera, porti al conseguimento degli obiettivi ambientali prefissati e al contempo determini delle condizioni favorevoli allo sviluppo dell'economia agricola regionale.

Per risolvere il periodo congiunturale attraversato dalla zootecnia regionale che nell'ultimo decennio ha visto drasticamente ridurre la propria consistenza, per Rossi "andranno, inoltre, adottati strumenti normativi ed economici che incentivino, per quanto possibile, gli agricoltori ad utilizzare i reflui zootecnici in luogo dei concimi di sintesi anche per contrastare il depauperamento di sostanza organica dei suoli delle nostre campagne e i cambiamenti climatici. Servirà, inoltre, un programma di sostegno agli investimenti tecnologici atti alla salvaguardia ambientale che realizzeranno allevatori e agricoltori".


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