coldirettiumbria(UNWEB) Riguardo all’inserimento della specie cinghiale nel regolamento regionale sulla gestione del prelievo venatorio tramite caccia di selezione, occorre agire in fretta.

È quanto sottolinea Coldiretti Umbria, nel ricordare l’importanza di questa scelta in termini di controllo della diffusione dei cinghiali, e soprattutto di arrivare rapidamente all’approvazione del regolamento, senza che il lavoro fin qui portato avanti dalla Regione venga stravolto con ulteriori lungaggini che la gravità della situazione non consente.

La proliferazione dei cinghiali sul territorio regionale - sottolinea il presidente Coldiretti Umbria Albano Agabiti - non conosce soste e le preoccupazioni degli agricoltori, anche in vista delle nuove stagioni alle porte, non fanno che accrescersi.

Sebbene la caccia di selezione vada incontro agli obiettivi previsti anche dal nostro Manifesto - prosegue Agabiti - ribadiamo l’importanza di arrivare a definire non una, ma un’intera gamma di provvedimenti sistematici ed ordinati, che possano contenere le devastazioni dei cinghiali.

Per farlo, è necessaria, come già sollecitato - precisa Agabiti - l’istituzione da parte della Regione di un tavolo “tecnico” permanente che si riunisca con continuità, con tutti gli attori interessati ad arginare il problema ciascuno per le proprie competenze e che porti a proposte condivise su diversi temi. Una sorta di “cabina di regia”, di “unità di crisi” - spiega Agabiti - che possa ricercare risposte su: censimento della specie; definizione delle aree non vocate alla presenza del cinghiale e piani di controllo specifici; pubblicazione dei dati; maggior coinvolgimento degli Enti gestori delle aree naturali protette; contributi concreti e proporzionati agli agricoltori, per l’acquisto di strumenti ecologici di prevenzione; maggiore tempestività nel riscontro dei danni ed indennizzi puntuali.

All’annoso problema dei danni da cinghiali - ricorda il direttore regionale Coldiretti Mario Rossi - si somma purtroppo, da diversi mesi, pure l’emergenza coronavirus che già di per se sta danneggiando in maniera sempre più pesante l’intera economia e anche il comparto agricolo. Se vogliamo quindi almeno porre un freno concreto al problema cinghiali - aggiunge Rossi - occorre agire con tempestività senza ulteriori tentennamenti.

In gioco in questa partita, ci sono - ribadisce Rossi - oltre alla pubblica sicurezza, alla tutela dell’ambiente e della biodiversità, i bilanci delle nostre aziende agricole, tutte questioni cui vanno aggiunte le preoccupazioni sui rischi per la zootecnia provocati dalla diffusione di malattie come la peste suina africana. Serve quindi - conclude Rossi - mettere in campo quel gioco di squadra fin qui “deficitario”, che possa agevolare un cambio di marcia definitivo su una problematica che esige scelte puntuali e allo stesso tempo rapide.


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