(ASI) Prosegue l’operazione trasparenza “Inps a porte aperte”. In questa sezione, raggiungibile dall’home page del sito istituzionale (www.inps.it), vengono pubblicate informazioni che chiariscono le regole previste per la composizione e l’effettivo funzionamento dei maggiori fondi speciali gestiti dall’Istituto.

La sezione “Inps a porte aperte” è dedicata a migliorare il rapporto informativo tra Ente e cittadini, al di là degli obblighi prescritti dalla legge. L’obiettivo è quello di rendere più chiari i meccanismi di funzionamento delle prestazioni erogate dall’Istituto. L’iniziativa fa parte di quell’operazione trasparenza annunciata dal presidente Inps, Tito Boeri, all’atto del suo insediamento.

Viene pubblicata oggi una scheda informativa sulla previdenza dei docenti delle Università pubbliche.

I professori universitari, in quanto dipendenti civili dello Stato, sono iscritti alla Cassa per i trattamenti pensionistici dei dipendenti dello Stato (CTPS), istituita il 1° gennaio 1996 in applicazione della legge 335/1995, come gestione separata dell’Inpdap. La soppressione dell’Inpdap, dal 1° gennaio 2012, ha determinato il trasferimento dei Fondi gestiti all’Inps. Sono 21.350 i docenti iscritti alla cassa CTPS. L’importo annuo lordo medio di tutte le pensioni in pagamento, comprese le pensioni ai superstiti, è di circa 65.500 euro.

La cassa CTPS (che comprende tutti i dipendenti dello Stato, della scuola, dell’università e le forze armate per un totale di 1.581.000 iscritti) è gestita contabilmente in maniera unitaria, senza evidenza separata per categorie di iscritti/pensionati. Pertanto, non è possibile esporre alcun dato sulla situazione economica e patrimoniale della sola categoria dei docenti di Università pubbliche.
Nel rimandare alla scheda informativa per ulteriori approfondimenti, si riportano di seguito alcune particolarità di tale comparto:
fino al 31 dicembre 1992 la pensione era calcolata sulla base della retribuzione tabellare dell’ultimo giorno di servizio, maggiorata del 18 per cento (mentre per gli iscritti al FPLD si calcolava sulla media degli ultimi cinque anni senza maggiorazione, sebbene con l’inclusione di alcune voci retributive accessorie) e non esistevano tetti retributivi;
l’aliquota di rendimento (l’aliquota con la quale nel sistema retributivo vengono valorizzati gli anni di contribuzione al fine del calcolo della pensione) è del 2,33% fino al 15° anno di anzianità (diversa da quella prevista per la generalità degli iscritti al FPLD che è al massimo del 2%) e dell’1,80% dal 16° anno in poi.
Da un ipotetico ricalcolo contributivo delle pensioni, si evidenzia che – delle pensioni del comparto con decorrenza successiva al 2004 – la riduzione media che le pensioni dei docenti universitari subirebbero sarebbe dell’ordine dell’11%; peraltro, oltre il 20% vedrebbe invece un aumento se ricalcolate applicando il metodo contributivo.

Come già osservato per i Magistrati (due settimane fa, con la scheda pubblicata nella sezione del sito “Inps a porte aperte”), rispetto ad altre categorie, le riduzioni risulterebbero più contenute in quanto l’età e l’anzianità media alla decorrenza, rispettivamente pari a circa 67 e 40 anni, sono più elevate rispetto al complesso delle pensioni dei dipendenti pubblici e l’età non incide sul calcolo della pensione retributiva ma solo su quella contributiva, mentre l’anzianità, che incide su entrambi i calcoli, nel sistema contributivo viene valorizzata totalmente.

La scheda completa relativa alla previdenza dei docenti di Università pubbliche è disponibile nella sezione “Inps a porte aperte” sul sito www.inps.it, insieme a tutte le altre già pubblicate.

 


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