(ASI) Perugia – “Il combinato disposto degli incentivi previsti dalla legge di stabilità sulle assunzioni a tempo indeterminato e delle modificazioni introdotte dal Job Act, con l’inserimento del contratto a tutele crescenti, sta dispiegando i suoi effetti positivi in termini di incremento di contratti di lavoro stabili anche in Umbria”: lo afferma il vicepresidente e assessore regionale allo sviluppo economico, Fabio Paparelli, rendendo noto che “come evidenziano gli ultimi dati INPS, negli ultimi cinque mesi, stiamo assistendo ad una progressiva trasformazione dei contratti precari in forme più stabili di lavoro con l’attivazione di rapporti a tempo determinato, ma soprattutto con un incremento di oltre 50% dei contratti a tempo indeterminato che risulta superiore alla media nazionale, secondo solo al Friuli Venezia Giulia”.


L’assessore sottolinea che “al tempo stesso aumenta il livello di certezza anche per le imprese che possono, anche grazie alle semplificazioni già apportate ai contratti di lavoro a tempo determinato prima del Job Act, disporre oggi di forme contrattuali più certe in grado di consentire maggiori investimenti sul capitale umano”.
“Ma il dato più positivo - precisa Paparelli - è rappresentato dall’incremento, in valore assoluto, del numero dei rapporti di lavoro attivati rispetto all’anno scorso. Le assunzioni nei primi cinque mesi del 2015, infatti, hanno superato il totale delle cessazioni di 6.832 unità, a testimonianza dei primi segnali positivi sul versante della ripresa economica il cui consolidamento, si spera, potrà ampliare l’apporto in termini di maggiore occupazione”.
Per Paparelli “la flessione registrata sui contratti di apprendistato riflette, probabilmente, una non piena coerenza di questa tipologia contrattuale rispetto alle esigenze delle imprese, su cui occorre aprire una riflessione, anche se, tale calo è stato compensato dall’aumento di contratti a tempo determinato”.
“Questi indicatori – sottolinea - ci confermano che in questi primi mesi del 2015 stiamo reagendo meglio di altri territori, dopo aver pagato un prezzo più elevato nella fase più difficile della crisi, in considerazione delle tipologie di specializzazione produttiva che ci contraddistinguono. Il lavoro, come noto, non si crea per decreto per cui – conclude Paparelli - lavoreremo per rafforzare l’azione regionale sul versante delle iniziative a sostegno dell’innovazione, della ricerca e della internazionalizzazione del nostro tessuto imprenditoriale, oltre che su politiche attive del lavoro mirate, per dare un contributo sostanziale alla auspicata fase di ripresa dello sviluppo economico dell’Umbria”.


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