I dati Confcommercio: budget complessivo fino a 275 euro a famiglia; abbigliamento e calzature gli articoli più ricercati, in crescita articoli sportivi (+7,7%) e accessori (+5,8%).

(UNWEB) 6 italiani su 10 sono pronti agli acquisti, con più voglia di spendere rispetto allo scorso anno: sono i dati dell’Ufficio Studi di Confcommercio, che puntualmente fotografa la propensione al consumo in occasione dei saldi invernali, con una indagine effettuata su due campioni statisticamente rappresentativi: dell’universo dei consumatori italiani e delle imprese italiane del commercio al dettaglio.
In Umbria, i saldi invernali iniziano oggi 5 gennaio e si chiuderanno sabato 5 marzo.
“C’è molta attesa tra le famiglie e anche tra le imprese”, dice Carlo Petrini, presidente di Federmoda Umbria Confcommercio. “Noi imprenditori siamo pronti e possiamo offrire un vasto assortimento di prodotti ai nostri clienti, che continuiamo ad invitare a scegliere lo shopping sotto casa nei negozi di prossimità, dove sono certi di trovare fiducia, relazione, servizio, prova e consegna istantanea unitamente al prezzo di saldo”.
Secondo l’indagine Confcommercio, tra i canali di acquisto, i negozi di fiducia si confermano al primo posto per la metà degli italiani. Mentre si stima che le famiglie italiane destineranno ai saldi invernali un budget di spesa complessivo fino a 275 euro, contro i 254 dell’anno scorso.
Per oltre l’80% dei consumatori, inoltre, i saldi sono un modo per rinnovare il guardaroba facendo magari qualche affare.
Tra gli articoli più richiesti, in testa alle preferenze, abbigliamento (93,4%) e calzature (84,1%), mentre a registrare i maggiori incrementi rispetto all’anno scorso sono articoli sportivi e accessori, rispettivamente +7,7% e +5,8%.
La quasi totalità di coloro che hanno acquistato a saldo, in passato, giudica positivamente la qualità (94,8%) e la varietà (84,6%) dei prodotti posti in vendita a saldo.

Saldi: un "decalogo" per l'acquisto sicuro

1. Cambi: la possibilità di cambiare il capo dopo che lo si è acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme (d.lgs. 6 settembre 2005, n. 206, Codice del Consumo). In questo caso scatta l’obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato. Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto.
2. Prova dei capi: non c’è obbligo. E’ rimesso alla discrezionalità del negoziante.
3. Pagamenti: le carte di credito devono essere accettate da parte del negoziante e vanno favoriti i pagamenti cashless.
4. Prodotti in vendita: i capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo.
5. Indicazione del prezzo: obbligo del negoziante di indicare il prezzo normale di vendita, lo sconto e il prezzo finale.
6. Rispetto delle distanze: occorre mantenere la distanza di un metro tra i clienti in attesa di entrata e all’interno del negozio.
7. Disinfezione delle mani: obbligo di igienizzazione delle mani con soluzioni alcoliche prima di toccare i prodotti.
8. Mascherine: obbligo di indossare la mascherina fuori dal negozio, in store ed anche in camerino durante la prova dei capi.
9. Modifiche e/o adattamenti sartoriali: sono a carico del cliente, salvo diversa pattuizione.
10. Numero massimo di clienti in store: obbligo di esposizione in vetrina di un cartello che riporti il numero massimo di clienti ammessi nei negozi contemporaneamente.


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