(UNWEB) L’appello alla Regione: “Imprese umbre a rischio: bisogna sostenerle perché non siano costrette a chiudere o a licenziare, per non perdere competenze e professionalità, che saranno determinanti al momento della ripartenza vera”

“L’arrivo, in questi giorni, delle bollette energetiche rischia di far crollare le speranze di ripresa degli imprenditori umbri. Le istituzioni locali, Regione in testa, devono raccogliere il grido di allarme del mondo delle imprese, che oggi non sono solo alle prese con la nuova ondata covid, ma anche con un caro energia senza precedenti e una inflazione in crescita sostenuta, che rischia di compromettere definitivamente i consumi delle famiglie”.
L’appello del presidente di Confcommercio Umbria Giorgio Mencaroni raccoglie e sintetizza le tante segnalazioni che stanno arrivando alla maggiore associazione di rappresentanza del commercio, turismo, servizi, trasporti e professioni, che nei prossimi giorni realizzerà un sondaggio tra gli imprenditori associati per verificare, con l’aiuto dei numeri, l’impatto sui bilanci delle imprese di questa nuova emergenza.
“Per contrastare il "caro bollette", non bastano i pur importanti stanziamenti - circa 8 miliardi di euro - fin qui disposti dal governo. Servono misure strutturali, in primo luogo, affrontando il tema della riduzione della dipendenza dalle forniture estere.
Ma occorre anche aiutare le imprese a sostenere questo nuovo impatto. Aiutarle ora, prima che cedano le armi e si arrendano dopo una lotta durissima durata due anni per resistere sul mercato, garantendo servizi, lavoro, occupazione.
Chiediamo quindi, anche a livello territoriale, che si ripensi il sistema degli indennizzi per consentire alle imprese di superare pure questa straordinaria ondata di rincari. Bisogna agire subito, perché le difficoltà, e la conseguente esasperazione, sono alle stelle.
Bisogna permettere alle imprese di sopravvivere a questo ennesimo momento di emergenza, senza essere costrette a chiudere o a licenziare nessuno, per non perdere competenze e professionalità che saranno determinanti al momento della ripartenza vera”.
Su questa posizione anche Federalberghi Umbria e Fipe, che rappresentano alcuni dei settori più colpiti dalla nuova emergenza e che chiedono l’attivazione di strumenti straordinari di sostegno alle imprese umbre, in qualche caso perfino a rischio chiusura per non riuscire a far fronte ai rincari.
Rappresentanti di Confcommercio, Federalberghi e Fipe, in audizione presso le Commissioni Affari Costituzionali e Bilancio della Camera, hanno chiesto ieri, tra l'altro, il prolungamento della Cassa integrazione Covid, la riforma del sistema degli indennizzi per le imprese, la proroga delle moratorie sui crediti bancari.
“Servono ancora strumenti emergenziali come il prolungamento della Cig scaduta il 31 dicembre", hanno sostenuto.
"Occorre inoltre riformare il sistema degli indennizzi e riattivare con urgenza la moratoria dei finanziamenti bancari per estenderla almeno fino al 30 giugno 2022.
Riteniamo poco realistico che le imprese siano oggi nelle condizioni di poter riprendere a tener fede agli impegni finanziari assunti, peraltro in questo periodo accresciuti, senza ripercussioni sulla loro stabilità. Non si tratta di accelerare la ripresa, ma piuttosto di non allontanarla”.


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