(UNWEB) Con cambiamenti climatici, indispensabile passare dall’emergenza alla prevenzione
Anche il settore primario sta risentendo pesantemente del caro energia e dell’impennata dei costi di produzione, ma l’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente pure le conseguenze dei cambiamenti climatici che negli ultimi mesi hanno di nuovo fatto registrare una scarsità di precipitazioni che allarma ulteriormente gli imprenditori.
È la Coldiretti regionale a dar voce alla preoccupazione degli agricoltori per una situazione che anche in Umbria, già incide negativamente sulle attività in campagna, sulla programmazione dei lavori, minacciando le produzioni.
Nonostante gli sforzi delle imprese agricole per contrastare le anomalie climatiche ormai sempre più evidenti e l’impegno negli anni per promuovere l’uso razionale dell’acqua anche con tecniche a basso consumo - sottolinea Coldiretti - non è più possibile affrontare questa problematica in un’ottica di emergenza.
Proprio per questo, tra l’altro, va condiviso - precisa Coldiretti - l’appello del Consorzio della Bonificazione Umbra, che, preoccupato per la situazione idrica di sofferenza relativa ai territori di sua competenza, ha chiesto di attivare con urgenza dei tavoli di confronto. Dopo un autunno e un inverno fin qui avari di precipitazioni nevose e di piogge d’altronde - aggiunge Coldiretti - la carenza d’acqua riguarda in generale tutto il territorio, da nord a sud della regione.
Con i sempre più repentini cambiamenti climatici e quindi pure con il moltiplicarsi degli eventi siccitosi, in questi anni Coldiretti ha continuamente sostenuto la necessità di impegnarsi per passare verso una nuova cultura della prevenzione e programmazione, per la tutela delle risorse idriche.
Accanto alla preziosa opera di interventi di manutenzione e ammodernamento, risparmio e recupero delle acque, portata avanti dai Consorzi di Bonifica, occorre - secondo Coldiretti - potenziare la rete di invasi sui territori, a cominciare dalle grandi opere, ma anche realizzare impianti integrati con l’ambiente per il deposito dell’acqua, come ad esempio i laghetti aziendali o collinari, per raccoglierla e renderla disponibile nei momenti di difficoltà.
Si tratta di una nuova sfida pure per le imprese agricole che devono interpretare le novità climatiche e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio. Ma non va dimenticato - afferma Coldiretti - che “il bene acqua” è essenziale per mantenere in vita sistemi agricoli senza i quali è a rischio la sopravvivenza dell’ambiente e la competitività dell’intero made in Umbria agroalimentare.
A livello nazionale - ricorda Coldiretti - mancano all’appello quasi 5 miliardi di metri cubi di pioggia rispetto al quantitativo medio. Una tendenza alla tropicalizzazione e al moltiplicarsi di eventi estremi, pure siccitosi, che ha fatto perdere - conclude Coldiretti - oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra cali della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.