Il presidente Romano Cardinali: “Ai provvedimenti di restrizione devono seguire compensazioni economiche: servono provvedimenti di sostegno e servono subito!”
(UNWEB) Nel momento in cui il governo delibera l’avvio del percorso di allentamento delle misure restrittive, torna a farsi sentire la voce dei pubblici esercizi di Fipe Umbria Confcommercio, che protestano per l’ennesimo ostacolo alla ripartenza del settore.
“L’eliminazione del green pass con la fine dello stato di emergenza non può escludere la ristorazione, che si trova a dover sostenere un costo inutile in un periodo fortemente critico”, dice Romano Cardinali, presidente di Fipe Umbria Confcommercio.
“Abbiamo accettato il controllo del certificato verde a carico degli esercenti per l’accesso ai pubblici esercizi perché si è trattato di misura emergenziale, che ora deve essere superata nel momento in cui si conclude lo stato d’emergenza.
Non si capisce perché imporre questo impegno per altri 30 giorni ai gestori di ristoranti e bar in una stagione determinante per le attività turistiche, che speriamo riprendano, e con la Pasqua alle porte.
In questi due anni”, aggiunge il presidente di Fipe Umbria Confcommercio, “siamo stati sempre e da subito in prima linea nel sostenere la campagna vaccinale e le misure introdotte per contenere la pandemia e tornare tutti a lavorare.
Ora sembra che non si comprenda quale sia la situazione in cui versa il settore dopo due anni di pandemia, alle prese con l’aumento esorbitante dei costi dell’energia e delle materie prime alimentari; non si capisce nemmeno quanto sia importante il ruolo dei pubblici esercizi nella filiera turistica, già penalizzata dalle incertezze alla situazione internazionale.
A questo punto, ai provvedimenti di restrizione devono assolutamente seguire compensazioni economiche: servono provvedimenti urgenti e servono subito!”