Il turismo orvietano ha perso negli ultimi due anni il 35% degli arrivi e il 30,3% delle presenze: peggio della media regionale. Federalberghi: “Occorre rilanciare insieme l’offerta turistica e non sono percorribili progetti come quello della riconversione dell’ex ospedale in struttura alberghiera”

(UNWEB) In vista dell’attesa ripartenza, resa purtroppo incerta dagli avvenimenti internazionali di questi mesi, a Orvieto si parla di politiche e strategie per il rilancio del turismo.

Dopo un incontro con gli imprenditori associati del territorio, su questi temi Federalberghi Umbria Confcommercio ha avuto un confronto con l’amministrazione comunale al quale hanno partecipato il sindaco di Orvieto Roberta Tardani, il presidente di Federalberghi Umbria Simone Fittuccia, il presidente Federalberghi della provincia di Terni Stefano Martucci e i responsabili per l’orvietano Paola Achilli e Giuseppe Santi, che è anche presidente di Confcommercio Orvieto.

Sul piatto, tutte le questioni che riguardano la situazione del turismo oggi, con particolare riferimento all’orvietano, che si spera possa riprendersi la scena soprattutto quando ripartirà il mercato internazionale e quello della convegnistica, sempre particolarmente significativi per questo territorio.

“Dopo due anni di pandemia, i problemi per le imprese che vivono di turismo e in particolare per le imprese ricettive sono molti”, dice Simone Fittuccia all’indomani dell’incontro con il sindaco di Orvieto.

“Abbiamo preso atto di alcune iniziative che l’amministrazione comunale ha promosso, sottolineando le differenze tra eventi per il territorio e quelli con valenza turistica, ovvero che hanno le caratteristiche per trasformarsi in attrattori di cui tutta l’economia del territorio può beneficiare.

Sappiamo che recuperare il mercato estero non sarà assolutamente facile, ma dobbiamo provarci con progetti di ampio respiro ai quali vogliamo contribuire con le nostre proposte.

Al sindaco Tardani”, aggiunge il presidente Fittuccia, “abbiamo chiesto, ad esempio, di essere coinvolti a priori, con le nostre proposte, nelle scelte per l’utilizzo dell’imposta di soggiorno: già questo sarebbe un salto di qualità per il futuro. Ringraziamo per le aperture incoraggianti che abbiamo colto.

Bisogna ascoltare le imprese, del resto. Così come va supportata la loro volontà di investire: nel centro storico, negli ultimi anni, hanno chiuso due strutture alberghiere, ma ce ne sono altre che hanno investito per rilanciare l’offerta ricettiva di questa città.

Nell’attuale situazione, non ci sembrano invece percorribili progetti come quello della riconversione dell’ex ospedale in struttura alberghiera.

Il turismo orvietano ha perso negli ultimi due anni il 35% degli arrivi e il 30,3% delle presenze: una situazione perfino più pesante della media regionale che ha comunque registrato un -30,8% degli arrivi e -23,8% delle presenze.

Il dato relativo strettamente al settore alberghiero è ancora più drammatico: -46,5% degli arrivi e -42,6% delle presenze, contro una media regionale di -37,2% degli arrivi e -29,7% delle presenze.

Sono dati”, conclude il presidente di Federalberghi Umbria Confcommercio, “che non lasciano spazio a progetti come quello dell’ex ospedale, che rischierebbe di diventare una cattedrale nel deserto.

Il mercato deve ripartire e consolidarsi: Federalberghi e Confcommercio hanno confermato all’amministrazione comunale la propria disponibilità a costruire, in sinergia, percorsi virtuosi di rilancio dell’offerta turistica della città e del territorio”.


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