Il presidente Mencaroni: “Rischio usura: mai abbassare la guardia, soprattutto ora. Gli imprenditori non vanno lasciati soli! Serve un altro anno di moratoria per la restituzione dei finanziamenti”

(UNWEB) “Mai come in un momento come questo, dopo oltre due anni di pandemia e con un tesissimo clima internazionale, il tema della sicurezza delle imprese e della legalità deve essere al centro della nostra attenzione”. Così il presidente Giorgio Mencaroni annuncia l’adesione dell’Umbria alla Giornata di mobilitazione nazionale di Confcommercio “Legalità ci piace!”

Giunta alla sua nona edizione, la Giornata di Confcommercio è un’iniziativa di analisi, denuncia e sensibilizzazione sulle conseguenze dei fenomeni criminali per l’economia reale e per le imprese.

Quest’anno, visto il perdurare della pandemia e gli effetti delle restrizioni su imprese ed economia, Confcommercio ha voluto concentrare l’attenzione su fenomeni criminali come l’usura e sui tentativi di infiltrazione della criminalità nel tessuto economico.

“I fenomeni criminali, e in particolare l’usura, si nutrono delle crisi. I dati raccolti e analizzati dal nostro Ufficio Studi sono significativi”, dice il presidente di Confcommercio Umbria Giorgio Mencaroni. “Soprattutto quel 17,7% degli imprenditori che si è dichiarato molto preoccupato per il rischio di esposizione a usura e racket nella zona in cui operano. E’ una media nazionale, che si alza sensibilmente nei grandi centri urbani e si abbassa nei piccoli centri, ma comunque dobbiamo considerarla come un campanello d’allarme.

Fin dall’avvio dell’emergenza sanitaria, il credito ha assunto un ruolo cruciale per assicurare la necessaria liquidità alle imprese: il discrimine tra mantenere l'attività delle imprese o chiuderla. Molte imprese, piccole o grandi, hanno avuto accesso nel 2020 a finanziamenti a tasso agevolato regionali o nazionali.

L’emergenza però non è ancora finita. E a questa si sono ora aggiunti gli aumenti considerevoli dei costi aziendali, a cominciare da quelli energetici.

Un primo passo per consentire alle imprese di uscire da questa situazione potrebbe essere quello di una moratoria di un ulteriore anno nella restituzione del debito e un allungamento dei tempi per il rientro. Un appello che ci sentiamo di estendere anche al sistema bancario, per tutte quelle imprese che non sono riuscite ad accedere ai benefici del Mediocredito Centrale o dei bandi della Regione Umbria. Dobbiamo fare uno sforzo straordinario per consentire alle aziende di continuare ad operare con sufficiente energia e una prospettiva per il futuro”.

L’IMPATTO DEI FENOMENI CRIMINALI SULL’ECONOMIA

“I fenomeni illegali - contraffazione, abusivismo, pirateria, estorsioni, usura, infiltrazioni della criminalità organizzata, furti, rapine, taccheggio, corruzione - alterano la concorrenza, comportano la perdita di fiducia degli operatori e la diminuzione degli investimenti.

Non dobbiamo smettere di denunciare e combattere questi fenomeni”, sottolinea il presidente di Confcommercio Umbria Giorgio Mencaroni, “poiché impattano pesantemente sul sistema economico-sociale, fanno chiudere le imprese oneste, fanno perdere posti di lavoro, non tutelano i consumatori, riducono la sicurezza pubblica e naturalmente alimentano la criminalità organizzata”.

I DATI DELL’INDAGINE CONFCOMMERCIO

Quasi il 12% delle imprese del terziario di mercato - commercio, turismo, servizi, trasporti, professioni - percepisce un peggioramento dei livelli di sicurezza nel 2021 rispetto all’anno precedente.

L’usura è il fenomeno criminale percepito in maggior aumento dagli imprenditori del terziario di mercato (per il 27%): un trend più marcato nelle grandi città e al Sud.

L’11% degli imprenditori ha avuto notizia diretta di episodi di usura o estorsione nella propria zona di attività. Mentre, il 17,7% degli imprenditori è molto preoccupato per il rischio di esposizione a usura e racket nel proprio territorio.

Circa sei imprese su dieci sono dell’idea che il degrado urbano abbia un impatto negativo sull'andamento dell’impresa. Il 64,9% delle imprese ha riscontrato fenomeni di degrado nella propria zona di attività e un’impresa su cinque ritiene peggiorato il livello di qualità della vita nell’area in cui opera. Tra i fattori che impattano negativamente sulla qualità della vita, un peso molto forte ha la chiusura di servizi alla persona ed esercizi commerciali.

Secondo le stime dell’Ufficio Studi di Confcommercio, in Italia almeno 30mila imprese del commercio, della ristorazione e della ricettività sono oggi ad elevato rischio usura.

L’illegalità, inoltre, costa alle imprese del commercio e dei pubblici esercizi quasi 31 miliardi di euro e mette a rischio circa 200mila posti di lavoro.

La perdita annua in termini di fatturato e di valore aggiunto è pari al 6,3%. In dettaglio, l'abusivismo commerciale costa 8,7 miliardi di euro, l'abusivismo nella ristorazione pesa per 4,8 miliardi, la contraffazione per 4,1 miliardi, il taccheggio per 4,3 miliardi. Gli altri costi della criminalità (ferimenti, assicurazioni, spese difensive) ammontano a 6 miliardi e i costi per la cyber criminalità a 2,8 miliardi.


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