(UNWEB) Bene la proroga delle etichette salva spesa Made in Italy con l’obbligo di indicare la provenienza dell’ingrediente principale dei prodotti in vendita, dal latte alla passata di pomodoro, dai formaggi ai salumi fino a riso e pasta. È quanto afferma Coldiretti Umbria nel commentare la firma dei Ministri dell’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, Francesco Lollobrigida, delle Imprese e Made in Italy, Adolfo Urso e della Salute Orazio Schillaci, al decreto interministeriale che proroga fino al 31 dicembre 2023 i regimi sperimentali dell’indicazione di origine come fortemente richiesto dalla Coldiretti.
La firma del decreto interministeriale sull’etichettatura di origine rappresenta un passo determinante - commenta Albano Agabiti Presidente Coldiretti Umbria - per impedire che vengano spacciati come Made in Italy prodotti ingredienti di bassa qualità provenienti dall’estero che non rispettano i rigidi paramenti di qualità di quelli nazionali.
L’etichettatura di origine obbligatoria dei cibi è una battaglia storica della Coldiretti ed è stata introdotta per la prima volta in tutti i Paesi dell’Unione Europea nel 2002. In questo modo - aggiunge Agabiti - si garantisce trasparenza sulla reale origine su prodotti base della dieta degli italiani che rappresentano circa ¾ della spesa, ma resta ancora anonima l’origine dei legumi in scatola, della frutta nella marmellata o nei succhi, del grano impiegato nel pane, biscotti o grissini senza dimenticare la carne o il pesce venduti nei ristoranti.
Il provvedimento interministeriale risponde alle richieste di quell’80% di italiani che, secondo il rapporto Coldiretti/Censis, verifica in etichetta gli ingredienti di cui si compongono gli alimenti da acquistare. Poiché nel quotidiano l’alimentazione è uno dei motori del benessere soggettivo, gli italiani sono sempre a caccia delle informazioni che rendono possibile per un determinato prodotto alimentare la tracciabilità, intesa come la trasparenza su provenienze e connotati dei processi produttivi e distributivi.
L’Italia, che è leader europeo nella qualità ha il dovere di fare da apripista nelle politiche alimentari dell’Ue - ribadisce Mario Rossi Direttore regionale Coldiretti - poiché in un momento difficile per l’economia dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della tracciabilità con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti, venendo incontro alle richieste dei consumatori. Una battaglia che - conclude Rossi - si affianca a quella contro i cibi sintetici, dalla carne al latte, dai formaggi al pesce, nettamente rifiutati da oltre 8 italiani su 10 (84%) che, secondo l’indagine Coldiretti/Censis, sono contrari all’idea di cibi prodotti in laboratorio da sostituire a quelli coltivati in agricoltura.