(UNWEB) PERUGIA – Puntare su una costante attività di controllo ma anche di contenimento della fauna selvatica è quanto ha sempre richiesto Confagricoltura Umbria. In Umbria, infatti, il proliferare degli ungulati (cinghiale, capriolo, daino) e di altre specie critiche (corvidi, nutrie, ecc...) è una problematica molto sentita che reca gravi danni all'economia agricola ma anche alla sicurezza dei cittadini, oltre che una questione legata a temi come sanità ed ecologia.

In tutto il territorio regionale si assiste a devastazioni di coltivazioni e pascoli. Il legittimo diritto di impresa, prevaricato per assenza di un controllo e contenimento efficace, non percepisce risarcimento per tutti i danni subiti.

Dopo che il Governo nazionale ha di recente modificato l'art. 19 della Legge n. 157/1992 rafforzando gli strumenti di contenimento della fauna selvatica, soprattutto della specie cinghiale, Confagricoltura Umbria ed EPS Umbria (Ente Produttori Selvaggina) sollecitano la Regione Umbria ad avviare rapidamente i processi di aggiornamento normativo per consentire un percorso di adeguamento e, dove necessario, di modifica.

Nel nuovo articolato, infatti, si chiarisce che le campagne di contenimento possono essere attivate nell'arco di tutto l'anno anche in aree protette, utilizzando varie metodologie di intervento.

Confagricoltura ed EPS hanno così scritto un manifesto, con obiettivi che si chiede di raggiungere in Umbria, che sarà presentato all'assessore regionale all'agricoltura, Roberto Morroni, lunedì 8 maggio (ore 10) a Palazzo Donini (sala Fiume) nel corso di una conferenza stampa. Interverranno Fabio Rossi, presidente Confagricoltura Umbria, ed Alessandro Monacelli, presidente EPS Umbria.


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