Le congratulazioni di Confagricoltura Umbria per il riconoscimento assegnato alla azienda agricola Arnaldo Caprai, unica cantina italiana ad essere insignita del Premio ONU
"Welcome. Working for refugee integration" per aver dato lavoro a richiedenti asilo.
Il presidente Fabio Rossi: "Ancora vanno superate le tante difficoltà burocratiche che mettono ostacoli a questo tipo di ingressi nel mondo del lavoro"
(UNWEB) "Aver dato la possibilità dal 2016 ad oltre 200 persone richiedenti asilo, e solo nell'ultimo triennio a circa 50 persone provenienti dal nord Africa, di trovare un impiego in cantina e di lavorare in vigneto durante diversi periodi dell'anno è un risultato davvero importante, con il mondo agricolo che così, grazie ad imprenditori sensibili come Marco Caprai, si dimostra attento a tematiche sociali. Ancora però vanno superate le tante difficoltà burocratiche che mettono ostacoli a questo tipo di ingressi nel mondo del lavoro": lo afferma il presidente di Confagricoltura Umbria, Fabio Rossi, congratulandosi con l'azienda agricola Arnaldo Caprai di Montefalco dopo l'importante riconoscimento che le è stato assegnato.
È stata insignita dall'UNHCR per l'Italia (l'Agenzia ONU per i Rifugiati), la Santa Sede e San Marino del prestigioso riconoscimento "Welcome. Working for refugee integration": unica cantina italiana ad essere premiata tra le aziende che hanno contribuito ad una società più inclusiva nei confronti di chi è stato costretto a fuggire da guerre, violenze e persecuzioni.
Dal 2016, infatti, la Arnaldo Caprai ha iniziato un percorso di collaborazione con la Caritas di Foligno e altre associazioni locali impegnate nel sociale per l'inserimento di immigrati nel mondo del lavoro. Una collaborazione che ha dato risultati molto promettenti visto che oltre il 60% degli immigrati entrati in azienda ha riconfermato la presenza negli anni successivi stabilizzando la propria posizione lavorativa.
Confagricoltura applaude quindi ad una attività come quella di Caprai che ben esprime la visione di sostenibilità, non solo ambientale ed economica, ma anche sociale e la necessità di manodopera che incontra la volontà di affidarsi a pratiche contrattuali moralmente ed eticamente giuste, grazie anche alla consulenza degli esperti di Confagricoltura.